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Mancuso: «Non esiste il diritto ad avere un figlio»

L’ex presidente Arcigay Aurelio Mancuso: gli Lgbt sbagliano, rispetto per bambini e donne

L’inchiesta sugli ‘embrioni viaggiatori’ pubblicata domenica da Avvenire? «Impressionante», esordisce Aurelio Mancuso, l’’eretico’ del movimento gay italiano che da anni denuncia il business dell’utero in affitto. «Mi ha ricordato reportage realizzati in anni passati che descrivevano l’orrore delle cliniche in India, con l’evidente sfruttamento delle donne e una ramificazione politico-economica internazionale molto forte… ». L’ex presidente di Arcigay, ora a capo del movimento Equality Italia, la «prima rete trasversale per i diritti civili», parla via Skype dalla sua abitazione romana, alle spalle si intravede un grande albero di Natale addobbato e illuminato. «Dal reportage si conferma che dietro la pratica della gravidanza per altri (Gpa, ndr) ci sono da una parte enormi interessi economici e dall’altra la mercificazione dei corpi. Al pari della prostituzione e del commercio degli organi umani, è un prodotto delle logiche di mercato. Chi ha soldi accede a pratiche che io personalmente ritengo crimini e che alcuni Stati asiatici e dell’Est Europa, in mano a governi non propriamente democratici, ammettono sotto l’influenza di poteri criminali internazionali».

Ieri su queste pagine la filosofa femminista Francesca Izzo ha parlato di globalizzazione del processo riproduttivo. È d’accordo?
La questione è che il desiderio – anche giusto – di avere dei figli diventa un diritto che nessuna Costituzione al mondo prevede, e ad esso si subordina il diritto del bambino ad avere accanto figure genitoriali certe. Attenzione, non sto dicendo che chi esprime il desiderio di accudire e di crescere un bambino sia un criminale. La stragrande maggioranza delle coppie e delle persone è mossa da sentimenti sinceri. Ma si situano in un meccanismo contrario ai diritti del bambino.

Lei ha sottoscritto un appello all’Onu per il bando globale all’utero in affitto. Lo ritiene veramente un percorso possibile?
Se vogliamo che si discuta seriamente degli effetti morali e sociali della maternità surrogata, ci si deve rivolgere all’unico organismo che ha il potere di dichiararla un crimine contro l’umanità. Ci vorrà tempo ma non ho dubbi che sia la strada giusta.

Esistono due proposte di legge alla Camera che chiedono che la Gpa diventi un reato u- niversale. Non crede che questa possa essere una strada percorribile?
Temo che il mercato clandestino sia più forte delle leggi nazionali: il divieto alla Gpa esiste già, ma in Italia arrivano tanti bambini nati da maternità surrogata nel mondo.

 


«Come omosessuale mi interrogo sul perché due uomini abbiano la necessità di usare il corpo femminile per avere un bimbo. È una grave sconfitta per tutto il movimento gay» Aurelio Mancuso, oggi leader di Equality Italia


Lei è stato isolato dal movimento gay, e di recente nel suo blog ha scritto che «non c’è possibilità di dialogo». Perché?
Sono abituato a essere un eretico. Provengo dalle comunità cristiane di base, da un attivismo sociale e culturale assai diverso da quello del movimento Lgbt, che ho incontrato più tardi. Molti gay non capiscono che la maternità surrogata non può far parte del comune denominatore delle nostre battaglie civili, che riguardano sempre diritti delle persone adulte. Qui invece si trascurano i diritti dei bambini e non ci si interroga sulla libertà e sul corpo della donna. Questo conflitto non potrà che ampliarsi. Sono consapevole di essere un elemento di rottura e, insieme ad Arcilesbica, una voce sparuta in Italia, ma mi conforta che su questo tema si registrano in tutta Europa forti dissensi e rotture nei movimenti Lgbt. Il mainstreamè forte e se non sei d’accordo diventi un reietto e un traditore, ma ogni giorno ricevo adesioni che mi danno il coraggio di continuare.

Non è soltanto il movimento Lgbt a pensarla diversamente da lei. La sinistra, ad esempio, sulla Gpa non esce allo scoperto. Come mai?

La sinistra oggi ha bisogno di capire se sta dalla parte dei bambini o dalla parte di coloro che, con tanti soldi e accedendo a organizzazioni di tipo criminale, vanno in Paesi esteri, si confezionano un bambino, lo comprano o lo ricevono in ‘dono’ (ammesso che questo abbia un senso), a seconda di come vogliono descrivere il processo i pro-Gpa.

Come è iniziato il suo percorso di contrarietà alla maternità surrogata?
Come omosessuale ho iniziato a interrogarmi sul perché due uomini sentano la necessità di utilizzare il corpo di una donna, consenziente e libera poco importa, per avere un loro bambino ‘di sangue’, o almeno di uno dei due. Questa per me è una grave sconfitta per il movimento gay italiano e mondiale, perché il bisogno di costruirsi un figlio in questo modo vuol dire superare i rapporti di filiazione, esprimere un’esigenza di possesso ed espropriare la figura materna del suo ruolo. Mi piacerebbe che si riflettesse seriamente su questi aspetti. Per me è incredibile sentir dire che oggi due uomini hanno il diritto di farsi un bambino utilizzando metodologie e pratiche che sono contro il diritto dei bambini ad avere una nascita che non sia stata oggetto di contrattazione e di compravendita.

Fonte: Antonella Mariani | Avvenire.it

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