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Ora anche i poligami vogliono le nozze e usano la retorica gay

Era già tutto previsto. I gruppi poligami, assieme ai loro sostenitori, stanno manifestando negli USA invocando la fine della discriminazione e la rivendicazione del diritto legale del matrimonio, così come è stato concesso agli omosessuali.

Era il 22 aprile 2013 e le nozze gay erano ancora proibite nell’America di Barack Obama, eppure su questo sito web appariva un articolo in cui avvertivamo che aprendo al matrimonio tra persone dello stesso sesso, minando così alle fondamenta dell’istituto matrimoniale, sarebbe crollato il suo stesso significato. Sarebbe stato poi impossibile negare il “diritto” del matrimonio a qualunque altra formazione umana, dagli incestuosi agli amici che intendono avvalersi dei benefici del matrimonio, fino ai gruppi poligamici. Se il matrimonio viene concepito come un contratto privato tra soggetti consenzienti legati da una relazione romantica, ci domandavamo nel 2015, con quali argomenti si potrà vietare di riconoscere la poligamia?

«Amo tutte le mie mamme», si legge in questi giorni sui cartelli dei figli dei poligami che stanno manifestando davanti al Campidoglio di Salt Lake City, nello Utah. «Se fossimo gay, saremmo OK», recita un altro, protestando verso il trattamento di favore riservato dallo Stato alle persone omosessuali. «Che male vi facciamo se ci sposiamo?», domanda un uomo con tre donne, usando la stessa retorica vittimistica delle associazioni Lgbt.

D’altra parte, lo diceva già il compianto laico Indro Montanelli: «la nostra società è basata, ci piaccia o no, sulla famiglia, e la famiglia è per definizione formata da un uomo e da una donna. E’ un postulato, lo riconosco, ma è basato sulla natura, sulla tradizione e sul buon senso. Se ammettiamo il “matrimonio gay” non avremo più argomenti per opporci al matrimonio a tre, o ad altre variazioni sul tema. Sulla possibilità di crescere figli adottivi, poi, non ho dubbi: le due figure – materna e paterna – rimangono fondamentali (nonostante certi padri e certe madri). Nessuno può arrogarsi il diritto di imporre a un bambino regole diverse»

(I. Montanelli, Gli omosessuali non vanno discriminati, da “La stanza di Montanelli”, Corriere della Sera 15/01/1999).

Fonte: UCCRonline.it

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