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La saggezza di una coppia centenaria. Prendersi cura, l’amore che dura

Amore, amore, amore. Da questa parola nel giorno di San Valentino si viene quasi travolti. Amore, cuore, baci, fiori, in un magma zuccheroso che può generare anche qualche insofferenza. Perché poi, che cosa sarà questo amore così forte, che spesso finisce così in fretta, come un fuoco fatuo? Questa passione che decolla e nell’arco di pochi anni declina e precipita, a guardarsi attorno, così frequentemente?
Il quotidiano inglese The Guardian ha intervistato due coniugi centenari, Morrie e Betty Markoff, sposati da 78 anni, e ha chiesto loro il segreto del loro amore, nato a New York nel lontano anno 1938. Tolleranza e rispetto, hanno risposto insieme, e mai lasciare che una qualsiasi lamentela si trasformi in rabbia. Ma, ha osservato la moglie, mio marito non ha mai usato la espressione “amore”. E perché mai, in questo matrimonio di lunghissimo corso, che dell’amore sembra una parabola?
Ha risposto il signor Markoff, 103 anni compiuti: «Per me, la parola amore può esprimere possesso, può implicare controllo e pretesa; la parola che preferisco usare al posto di amore è “prendersi cura”. Prendersi cura, ha un significato molto più profondo. Io mi prendo molto cura di mia moglie».
Il giornalista del Guardian non ha chiesto al signor Markoff se questa accezione dell’amore l’aveva già capita da ragazzo, con quella bella fidanzata con i capelli a onde, nelle foto in bianco e nero degli anni Quaranta. Forse, è probabile, no. A vent’anni ci si innamora, a vent’anni si è ragazzi. Ma, crescendo, se non si fa strada quell’”altro” amore, quel prendersi cura che in fondo è il volere il bene dell’altro, non si va molto lontano. I corridoi dei tribunali sono lastricati di parole amare: mi hai deluso, non sei più quello che ho sposato. Pretese, aspettative tradite. Ma, si era promesso: “Nella buona e nella cattiva sorte”.
Se avesse ragione il vecchio signor Markoff, il solo a non usare la parola “amore” il giorno di San Valentino? Il rabbino che unì in matrimonio quei due ragazzi ebrei auspicò che il loro amore fosse puro come l’oro dei loro anelli nuziali. Gli sposi si guardarono negli occhi e per poco non scoppiarono a ridere: le fedi erano di oro finto, comprate in economia ai grandi magazzini. Eppure il rabbino aveva visto giusto, e quell’amore capace di volere bene era vero.

Fonte: Avvenire.it

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