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Il Papa ai movimenti popolari la forte denuncia: terrorismo e denaro, violenza e diseguaglianza

Nel discorso ai movimenti popolari la forte denuncia: il terrorismo deriva dal controllo globale del denaro che governa con la frusta della paura, della violenza e della diseguaglianza I muri sono una falsa sicurezza L’austerità, il miglior rimedio alla tentazione della corruzione.

Il colonialismo ideologico globalizzante cerca di imporre ricette sovraculturali che non rispettano l’identità dei popoli. Voi andate su un’altra strada che è, allo stesso tempo, locale e universale. Una strada che mi ricorda come Gesù chiese di organizzare la folla in gruppi di cinquanta per distribuire il pane». È con queste parole che papa Francesco ha incoraggiato l’impegno dei circa 5mila partecipanti al Terzo Incontro mondiale dei Movimenti Popolari, iniziato il 2 novembre e che si è concluso ieri a Roma. In un discorso intenso e articolato, pronunciato in spagnolo e interrotto una quarantina di volte dall’applauso dei presenti, il vescovo di Roma ha ribadito di condividere col Movimento «la stessa sete, la sete di giustizia, lo stesso grido: terra, casa e lavoro per tutti». Il famoso progetto delle “3-T” (tierra, techo, trabajo, cioè terra, tetto e lavoro). E li ha spronati a promuovere un «cambiamento» che porti ad «un’alternativa umana di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza».

Per papa Francesco oggi «governa» il «denaro», e lo fa «con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza in una spirale discendente che sembra non finire mai». Una paura che ingenera la tentazione della «falsa sicurezza dei muri fisici o sociali» che «rinchiudono alcuni ed esiliano altri». Richiamandosi alle parole «dure ma giuste» usate nel 1931 da Pio XI contro «l’imperialismo internazionale del denaro» e alla «nuova forma abusiva di dominio economico » evocata da Paolo VI, papa Francesco ha denunciato l’esistenza di «un terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro sulla terra e minaccia l’intera umanità». «Di questo terrorismo di base – ha specificato – si alimentano i terrorismi derivati come il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso. Nessun popolo, nessuna religione è terrorista ». Parlando del «dramma dei migranti, dei rifugiati e degli sfollati», il Papa ha sottolineato che «questa è una situazione obbrobriosa, che posso solo descrivere con una parola che mi venne fuori spontaneamente a Lampedusa: vergogna». E facendo propria l’espressione «“bancarotta” dell’umanità» usata dall’arcivescovo ortodosso di A«tene Hieronymos per descrivere questa tragedia, ha aggiunto: «Cosa succede al mondo di oggi che, quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene questa bancarotta dell’umanità non c’è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto? E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo…».

Affrontando il tema del rapporto tra popolo e democrazia, il Successore di Pietro ha osservato che i movimenti popolari «non sono partiti politici», e che in questo sta la loro «ricchezza», perché esprimono «una forma diversa, dinamica e vitale di partecipazione sociale alla vita pubblica». «Ma – ha esortato – non abbiate paura di entrare nelle grandi discussioni, nella Politica con la maiuscola ». Senza dimenticare di voler sottolineare «due rischi» che ruotano attorno al rapporto tra i movimenti popolari e politica, e cioè «il rischio di lasciarsi incasellare » e quello «di lasciarsi corrompere », perché «la corruzione non è un vizio esclusivo della politica». Infatti «c’è corruzione nella politica, c’è corruzione nelle imprese, c’è corruzione nei mezzi di comunicazione, c’è corruzione nelle chiese e c’è corruzione anche nelle organizzazioni sociali e nei movimenti popolari ». E davanti a questa tentazione «non c’è miglior rimedio dell’austerità» predicata «con l’esempio». Un «austerità » – ha specificato papa Francesco a braccio – intesa come atteggiamento «morale e personale» e da non confondere con i «programmi di aggiustamento strutturali». «Vi chiedo – ha esortato – di non sottovalutare il valore dell’esempio perché ha più forza di mille parole, di mille volantini, di mille “mi piace”, di mille retweet, di mille video su Youtube ». Infatti «l’esempio di una vita austera al servizio del prossimo è il modo migliore per promuovere il bene comune e il progetto-ponte delle “3-T”».

Prima dell’arrivo del Papa, i presenti vivono un momento di riflessione accompagnato da testimonianze, canti e proiezioni di video tematici. Il Pontefice è stato accolto dal saluto del cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, e dal 1° gennaio prossimo del nuovo Dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale.

Fonte: Avvenire.it

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