«La santità non è un “di più”, è l’essenza della vita. La vita è buona se è santa. Se non raggiungiamo la meta della santità, abbiamo fallito». L’ha detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti celebrando ieri mattina in cattedrale la solennità di Ognissanti.
«La santità va alimentata e fatta maturare. Dobbiamo tenere davanti i nostri fratelli santi. Quelli canonizzati dalla Chiesa sono già molti, ma il numero dei santi è immenso. Sono persone fedeli, magari non dotte, ma sapienti della sapienza tipica del Vangelo. Oggi la Chiesa li ricorda tutti».
«La santità non è un illusione, ma una proposta concreta, possibile. Tutti sono chiamati alla santità, nessuno escluso. Quello che esclude è la risposta, non la chiamata, che c’è per tutti».
«L’orizzonte della nostra vita non è un sogno, ma una certezza. I santi sono eroi? Certo, alcuni di loro hanno compiuto grandi gesta. Ma la santità è un dono, è il frutto della redenzione di Cristo. Nessuno è così eroe da farsi santo da solo. Accanto al dono serve anche la risposta. Nel battesimo Dio ci fa gratuitamente santi, siamo in grazia di Dio. Ma poi, per poter realizzare la proposta in tutta la sua potenza, serve anche il nostro “sì”, la nostra responsabilità. “Se vuoi. Vieni e seguimi.” dice Gesù. La meta di tale proposta la vediamo nei nostri fratelli che hanno già raggiunto la santità».
«Quello che festeggiamo oggi è un progetto di vita. Invochiamo l’intercessione dei santi perché la nostra fede non inciampi. Così vogliamo vivere! Chiediamo anche che tutti gli uomini possano giungere alla fede».
Il vescovo ha anche dato appuntamento a tutta la diocesi per domenica 13 novembre, alle 15.30 in cattedrale, per la Messa di chiusura dell’Anno Santo della Divina Misericordia.
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