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IL SINODO SULLA FAMIGLIA VISTO DALL’INTERNO

Venerdì mattina, in occasione della giornata del suffragio sacerdotale, lo spezzino professor Giacomo Bertolini, docente di Diritto canonico ed ecclesiastico nell’Università di Padova, nella Pontificia Università Urbaniana ed avvocato rotale e civile, ha proposto al clero diocesano, riunito alla Spezia alla presenza del vescovo, una relazione sul tema del recente Sinodo dei vescovi sulla famiglia, al quale aveva partecipato quale esperto di nomina pontificia.

I temi trattati sono stati caratterizzati da una descrizione “dal di dentro” del Sinodo, che è organo consultivo al servizio del Romano Pontefice. Testimone entusiasta dei lavori sinodali, Bertolini ha chiarito che, se attenzione mediatica è stata dedicata all’accesso dei divorziati risposati all’Eucarestia, quello è un tassello di una sollecitudine più vasta che la Chiesa manifesta oggi per la famiglia.

Conformemente ad un tratto tipico del pontificato di Papa Francesco, informato alla misericordia ed al concetto di Chiesa “in uscita”, il Sinodo si è fatto interprete delle ferite e delle povertà delle famiglie di ogni continente e popolo. I padri sinodali hanno così riscontrato una vera crisi antropologica e culturale del dono di sé, e l’esasperazione dell’individualismo e della privatizzazione degli affetti, che fa dimenticare la dimensione oblativa e comunitaria della famiglia Chiesa domestica.

In tale realtà la famiglia è stata individuata quale rimedio per eccellenza, non legato ad una tradizione culturale, bensì vera vocazione di Dio all’amore. Il matrimonio è stato riaffermato come istituto naturale, fondato su una relazione stabile tra uomo e donna, con elementi comuni a tutte le religioni e culture.

Bertolini ha quindi esaltato la bellezza della seconda parte della “Relatio Synodi”, che con linguaggio rinnovato e gioioso descrive, alla luce della Parola di Dio, il dono dell’amore coniugale indissolubile e del sacramento del matrimonio. Quanto ai divorziati risposati, i padri sinodali hanno ritenuto, fatta salva la disciplina attuale, di esortare al discernimento personale, finalizzato a raggiungere un corretto “giudizio sulla imputabilità soggettiva”, che non è la medesima in tutti i casi.

Tale percorso permette così alla coscienza, rettamente formata alla luce del Vangelo della famiglia, tramite un attento “colloquio col sacerdote, in foro interno” di formare “un giudizio corretto su ciò che ostacola la possibilità di una più piena partecipazione alla vita della Chiesa e sui passi che possono favorirla e farla crescere” (nn. 85 – 86).

Ricchi sono stati gli spunti pastorali inerenti alla formazione all’affettività, all’aiuto alle famiglie, alle reti di famiglie, alla formazione del clero, alla riforma della pastorale, contenuti nella relazione presentata al Papa in vista della Esortazione apostolica postsinodale.

Fonte: Cronaca4

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