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A Sabato 7 novembre l’appuntamento con le Sentinelle in Piedi

LA SPEZIA – Si terrà sabato pomeriggio in Piazzetta del Bastione, dalle 17 alle 18, la nona veglia spezzina delle Sentinelle in Piedi, la rete di persone che testimoniano pubblicamente per la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.

Le Sentinelle si oppongono alla propaganda del gender nelle scuole e al disegno di legge Cirinnà, sulle cosiddette “unioni civili”.

Il ddl Cirinnà equipara di fatto le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio, introducendo un «rito» simile al matrimonio e “aprendo” alla pratica dell’utero in affitto realizzata all’estero. Il testo prevede inoltre che uno dei due partner dell’unione possa adottare il figlio biologico dell’altro, privando così il bambino dei legami con chi lo ha generato.

Il sottosegretario Scalfarotto ha affermato che «l’unione civile non è un matrimonio più basso, ma la stessa cosa. Con un altro nome per una questione di realpolitik», mentre la senatrice Cirinnà ha dichiarato che il testo costituisce «un passo iniziale verso lo scardinamento, che già esiste nella nostra società, della famiglia tradizionale fondata su un uomo e una donna».

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che non costituisce discriminazione se uno Stato riserva l’istituto del matrimonio e le adozioni alle sole coppie formate da un uomo e una donna. La stessa Corte ha però sancito che – una volta introdotte unioni civili fra persone omosessuali analoghe al matrimonio – escludere l’adozione costituisce una discriminazione illecita. Quindi, se saranno istituite le “unioni civili”, sarà inevitabile – per via politica o giudiziaria – il passaggio al vero e proprio “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Questo è il “piano inclinato” su cui sono scivolati, o stanno scivolando, molti Paesi dell’Europa Occidentale. L’Italia può essere un segno di contraddizione e di speranza, per riportare fiducia verso l’unica istituzione naturale – il matrimonio – che garantisce la prosecuzione della specie e della società nel rispetto di ogni persona.

Nonostante, anzi, proprio a causa della strenua opposizione di alcuni senatori e della crescita costante, in numeri e consapevolezza, del popolo che vuole difendere la centralità della famiglia e l’essenza dell’uomo, il Governo ha scavalcato la Commissione giustizia al Senato e incardinato il ddl Cirinnà direttamente in aula. Un provvedimento che intende destrutturare la famiglia – “nucleo fondamentale della società”, secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – viene trattato a colpi di maggioranza (anche diversa da quella del patto di governo), marginalizzando ogni opposizione.

Il giudice Carlo Deodato, relatore di una sentenza con cui cinque giudici del Consiglio di Stato hanno dichiarato illegali le trascrizioni, fatte da vari sindaci italiani, di “matrimoni” tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero, è stato messo al centro di una bufera politico-mediatica in quanto “cattolico”.

I nomi e le foto di decine di italiani sono elencati da qualche settimana sul sito “Registro italiano razzisti e omofobi”, lista di proscrizione di chi la pensa diversamente dal “pensiero unico”. In lista ci sono anche Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che dimostra il nocciolo della questione: non il rispetto delle persone con tendenze omosessuali, ma la distruzione della famiglia. Non ci risultano reazioni di media o politici.

Nel frattempo, un’altra sentenza del Tribunale dei minori ha concesso l’adozione di una bambina alla mamma e alla sua compagna. E non mancano sui giornali le notizie di coppie in viaggio in Ucraina per affittare uteri e acquistare bambini.

A Massa, proprio in questi giorni, una famiglia ha dovuto ritirare la figlia dalla scuola dove venivano lette favole a sfondo gay. Il progetto “Liber* tutt*” è finanziato dalla Regione Toscana per 78mila euro. E il ministero dell’istruzione continua a negare l’esistenza dei continui tentativi di indottrinamento che si stanno verificando nella realtà dei territori.

Non mancano però i segnali positivi, come le due mozioni con cui la scorsa settimana la Regione Liguria si è impegnata contro la propaganda del gender nelle scuole. Tale iniziativa rimette al centro il corpo umano e il diritto-dovere primario dei genitori ad educare i propri figli, in un contesto in cui si insegna l’irrilevanza della sessualità biologica (maschio e femmina) e in alcuni casi si arriva a propagandare la fecondazione eterologa e l’utero in affitto.

In questo contesto, le Sentinelle in Piedi non smettono di resistere, di testimoniare la bellezza del matrimonio e di denunciare gli attacchi alla famiglia. Per questo, sabato si terranno veglie anche a Pisa e Udine. La prossima in Liguria sarà a Rapallo sabato 21 novembre.

www.sentinelleinpiedi.it

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