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«Voglio uscire a rivedere le stelle».

«Non vedo l’ora di sentire di nuovo il sole e il freddo, di vedere il cielo aperto, le stelle e la luna». Asia Bibi, la cattolica pakistana, madre di cinque figli, accusata di blasfemia, dopo sei anni di isolamento in carcere, riesce ancora a sperare, come emerge dal messaggio commosso inviato tramite i suoi familiari e diffuso attraverso il network CitizenGO. Asia ha chiesto «di continuare a pregare per liberarmi da questo buio, così potrò stare con voi alla luce del sole».

«VI SONO GRATA». Il mese scorso la vicenda, nota in tutto il mondo ma in stallo da anni, si era riaperta con la decisione della Corte Suprema del Pakistan di accettare il riesame del caso, sospendendo temporaneamente la pena di morte. La donna, che solo a giugno era in condizioni di salute preoccupanti, senza un filo di rancore ha continuato il suo messaggio così: «Non ho parole per esprimere la mia gratitudine: so che mi siete vicini in questa vicenda difficile in cui mi trovo coinvolta ormai da sei anni». Poi ha ringraziato «le organizzazioni come Maslibres, CitizenGo e molte altre», che «stanno pregando, stanno dando il loro sostegno e facendo tutto il possibile per farmi uscire indenne da questa situazione in cui sono stata ingiustamente coinvolta».

UN ESITO NON SCONTATO. Ribadendo la propria innocenza la donna si è detta grata anche per la mobilitazione internazionale, sottolineando il dolore della sua famiglia più che il proprio: «Non avrei mai pensato che la mia famiglia dovesse affrontare una vicenda così terribile, specialmente le mie figlie Esha e Eisham, che allora erano molto piccole». L’avvocato musulmano Saiful Malook, anche a lui a rischio vita per il fatto di difenderla, sa che nonostante le forti pressioni internazionali l’esito positivo della vicenda non è per nulla scontato, trattandosi del primo caso di blasfemia giunto davanti alla Corte Suprema di un paese che spinge dall’interno per l’esecuzione della donna.

«PRESTO IN MEZZO A VOI». Eppure Bibi è convinta che sarà liberata: «Posso solo comunicarvi la mia speranza di potervi abbracciare presto e ringraziarvi per quando avverrà la mia liberazione. Presto sarò di nuovo in mezzo a voi, per la grazia del Signore (…). Dio Onnipotente è pronto a rispondere alle vostre preghiere e a tutti gli sforzi che state continuando a fare per me e per la mia famiglia».

Fonte: Tempi.it

 

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