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NEPAL – Gesuita indiano: I terremotati sono devastati, ma mai sconfitti

Analisi della situazione dopo il sisma del direttore dell’Indian Social Institute di Bangalore, in Nepal per aiutare la popolazione locale.
Ad AsiaNews descrive un popolo che “anche nei momenti di maggior crisi aspira a tornare alla normalità”.
La storia di Sujina Ghale, 4 anni, scampata a una cremazione.

 Un Paese e una popolazione “devastati dal terremoto, ma non sconfitti”. Così p. Prakash Louis sj, direttore dell’Indian Social Institute di Bangalore ed ex direttore del Jesuit Refugee Service per l’Asia del Sud, descrive il Nepal colpito il 25 aprile scorso dal più violento sisma della sua storia recente. Dallo scorso primo maggio il gesuita è nella valle di Kathmandu per prestare aiuto e soccorso insieme alla Chiesa locale.

Il Nepal è un Paese dell’Asia meridionale senza sbocchi sul mare, situato nella parte centrale della catena dell’Himalaya, che confina al nord con la Cina e a sud, est e ovest con l’India. Con un’area di 147.181 chilometri quadrati e una popolazione di circa 27 milioni di persone, dal punto di vista geografico il Nepal si divide in varie regioni. Kathmandu, che si trova al centro dell’omonima valle, è la capitale nazionale e la più grande metropoli del Paese.

Dal punto di vista amministrativo e politico, il Nepal è diviso in 14 zone e 75 distretti, raggruppati in cinque regioni di sviluppo. Ogni distretto è governato da un chief district officer (Cdo) permanente, responsabile del mantenimento dell’ordine pubblico e della coordinazione dei lavori delle varie agenzie governative. La Costituzione provvisoria del Nepal del 2007 ha dichiarato la nazione una Repubblica federale democratica; tuttavia il Paese deve ancora finalizzare la sua nuova struttura federale, basata su geografia, cultura, religione, risorse naturali e sostenibilità. Il Nepal è dotato di un importante patrimonio culturale e artistico.

CONSEGUENZE DEL TERREMOTO DEL 25 APRILE
Circa il 90 per cento delle case nei distretti di Gorkha e Sindupalchowk sono state distrutte
. In molte zone dei distretti di Dhading, Dolarkha, Rasuwa e Nuwakot oltre l’80 per cento delle abitazioni sono state rase al suolo.

Delle 2.500 case nel villaggio di Chapagaon, 900 sono state distrutte e altre 400 non sono abitabili. Così 1.300 persone sono ora senzatetto. Più di 200 vivono in tende, la maggior parte delle quali sono donne.

Coltivazioni e bestiame del valore di oltre 3,58 miliardi di rupie sono andati distrutti.

Più di 3 milioni di persone hanno bisogno di cibo. Tra loro, almeno 1,4 milioni sono in condizione di grave emergenza.

La valutazione preliminare del World Food Programme (Wfp) stima che il 50 per cento dei 91 mercati già studiati sono funzionali o mostrano segno di recupero. Un altro 50 per cento dei negozi è stato danneggiato o distrutto. Riserve di cibo sono esaurite o sono state rovinate e i loro proprietari sono sfollati o dispersi.

Secondo i dati del governo, in 26 distretti circa 1.383 scuole sono state danneggiate dal terremoto.

I dati in sintesi:

  • Morti: 8.346
  • Feriti: 14.556
  • Morti sconosciuti: 125
  • Pazienti trattati: 3.920
  • Case distrutte: 160.786
  • Case danneggiate: 143.673
  • Uffici e scuole distrutti: 10.445
  • Uffici e scuole danneggiati: 14.201
  • Stranieri morti: 43
  • Stranieri feriti: 46
  • Popolazione terremotata: 13.652.804
  • Donne incinte terremotate: 126mila
  • Donne e ragazze in età riproduttiva colpite: 2 milioni
  • Donne che potrebbero avere complicazioni ostetriche: 2.100
  • Donne e ragazze che potrebbero subire violenze: 40mila

Devastato, ma non sconfitto

Il popolo del Nepal – come sempre forte, potente, resiliente e gioioso in ogni circostanza – anche nei momenti di maggior crisi aspira a tornare alla normalità. Poco dopo il terremoto, la popolazione ha iniziato a rispondere alla situazione e si è impegnata nelle operazioni di recupero insieme alle agenzie governative e le associazioni di soccorso. Non solo chi non è stato colpito [dal terremoto], ma anche i sopravvissuti erano in prima linea nelle ricerche e nei soccorsi. Associazioni giovanili, gruppi femminili, uomini d’affari, scuole, college, Ong locali e internazionali, organizzazioni religiose e laiche erano e sono tutt’ora con la gente.

Tra i sopravvissuti al terremoto mi ha colpito la piccola Sujina Ghale, 4 anni, che il 30 aprile scorso è scampata a una cremazione. La piccola era stata tirata fuori dalle macerie della sua casa nel villaggio di Tipling, a 160 chilometri da Kathmandu. Considerata morta, era stata messa insieme ai corpi morti pronti per la cremazione rituale funebre. Quando sua madre Chaju Ghale è tornata dal pascolo è corsa a casa. Vedendo l’abitazione distrutta ha chiesto a Phullu Tamang, un volontario, di controllare: a quel punto l’uomo si è reso conto che Sujina era ancora viva. La bambina e la madre sono state trasportate in elicottero fino alla casa di una zia a Banyatar Hill, dove sono tutt’ora.

OPERAZIONI DI SALVATAGGIO E SOCCORSO
Risposta del governo

Il governo del Nepal ha fatto un buon lavoro in termini di salvataggio e soccorso d’emergenza delle persone colpite. Sebbene il disastro sia stato imponente, le autorità hanno risposto con tutto il personale, le infrastrutture e le risorse disponibili. Di seguito, alcune delle prime iniziative:

  • Oltre 100mila agenti della sicurezza nazionale sono stati e sono impegnati nelle operazioni di recupero
  • Nelle linee guida diffuse il 30 aprile scorso, il ministero degli Affari federali e dello sviluppo locale ha stanziato una spesa di oltre 452 milioni di rupie entro un mese per opere di primo soccorso (ripari temporanei, cibo, servizi sanitari, acqua potabile)
  • Oltre 2.500 bambini sono stati vaccinati e oltre 39mila persone hanno ricevuto cure mediche
  • Circa 260.799 tende e cerate sono state distribuite ai sopravvissuti
  • Quasi 96.236 quintali di riso, 181.134 cartoni di spaghetti e cibo non deperibile, 620 quintali di zucchero e 574 quintali di sale sono stati distribuiti
  • Dal National Reconstruction Fund il governo ha stanziato 200 miliardi di rupie
  • Le scuole riapriranno il 15 maggio prossimo

Risposta delle agenzie nazionali e internazionali di aiuto
La Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa (Ifrc) ha riferito che 25 società nazionali stanno sostenendo la divisione nepalese, prestando soccorso salva-vita alle situazioni più critiche. Hanno fornito quasi 15mila cerate e 1.000 coperte, oltre a centinaia di kit per l’igiene e migliaia di pastiglie per la potabilizzazione dell’acqua.

Nella prima settimana di risposta, le agenzie internazionali insieme all’esercito nepalese hanno trattato 570 pazienti; condotto importanti interventi chirurgici; portato in salvo 942 persone rimaste intrappolate, tra cui 20 stranieri; consegnato più di 100 tonnellate di prodotti alimentari e forniture di soccorso. I volontari hanno pulito le strade dei distretti di Sindhupalchowk, Dolakha, Dhading, Gorkha, Okhaldhunga, Kavre, Ramechhap, Rasuwa, Nuwakot, Makawanpur, Bhaktapur, Lalitpur, Kathmandu e Solukhumbu. A Gorkha e Sindhuli squadre mediche hanno risposto alle segnalazioni di casi di influenza e diarrea.

Gruppi che lavorano nel settore dell’istruzione e della protezione hanno creato 13 aree-bambino nelle comunità sfollate dei distretti di Kathmandu, Kokhana, Halchowk e Bhaktapur, rivolte a oltre 1.300 minori. In questi spazi si svolgono attività ludiche, sportive e di sostegno psicologico, oltre che lezioni salva-vita dedicate all’importanza di alimentazione, igiene e protezione dei minori.

Sfide maggiori

I servizi di assistenza sanitaria, inclusi quelli rivolti alle donne incinte, restano la preoccupazione più grande. Complicanze durante e dopo il parto sono tra le principali cause di mortalità e disabilità delle donne. In caso di interruzione dei servizi sanitari, il numero delle complicazioni è destinato ad aumentare. Secondo un calcolo iniziale, su circa 8 milioni di persone colpite dal terremoto almeno 2.400 donne rischiano di avere problemi di tipo ostetrico.

Bisogna migliorare la gestione dei detriti per permettere alle operazioni di ricerca e recupero di andare avanti. Le strade principali sono aperte. Tuttavia, frane e valanghe di fango hanno ostacolato il trasporto di materiale in alcune aree. È impossibile accedere via terra a molti villaggi.

Dati sui danni complessivi alle strutture scolastiche nei distretti di Gorkha, Sindhupalchowk, Dolkaha e Rasuwa non sono ancora disponibili.

Fonte: AsiaNews.it

 

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