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CAMERUN – «Ancora profughi»

Dall’Estremo Nord del Camerun – dove è l’unico missionario rimasto – fratel Fabio Mussi ha inviato questa lettera in cui aggiorna sulla situazione nell’area di frontiera con la Nigeria, esposta alle violenze dei Boko Haram. Le speranze di una situazione maggiormente sotto controllo in queste ore devono fare i conti con le tensioni legate alle elezioni in Nigeria. Anche per questo l’invito di fratel Fabio è a continuare il sostegno attraverso la preghiera e i gesti di solidarietà concreta a sostegno del progetto di emergenza S125 promosso dal Pime insieme alla diocesi di Yagoua per le vittime di Boko Haram.

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Carissimi, sono tornato proprio ieri sera da una visita alla frontiera con la Nigeria, nella zona vicina al Lago Ciad.

Purtroppo la situazione sul terreno cambia molto rapidamente e si diversifica a secondo della latitudini.

Per quanto mi riguarda, confermo che a Yagoua e a Touloum la situazione è sempre sotto controllo. Invece nella zona Nord della Diocesi (quella in cui mi sono recato da Giovedì 12 a Domenica 15 Marzo) la situazione sta peggiorando rapidamente.

Le cause sono soprattutto legate al rientro dalla Nigeria del Contingente ciadiano che stava intervenendo per “ripulire” la zona dalla presenza degli islamisti di Boko Haram. Il Presidente della Nigeria ha chiesto al Contingente ciadiano di interrompere l’avanzata e di ritornare sui propri passi, proprio quando avevano individuato il quartier generale di Boko Haram. Il motivo è solo politico e si riduce alla vicinanza delle elezioni presidenziali in Nigeria (che si terranno il 28-29 Marzo). Così tutto ricomincia da capo, almeno nella zona a Nord di Maroua.

Questo fatto ha provocato in qualche giorno una nuova ondata di profughi. A Fotokol, la cittadina e la zona che seguiamo maggiormente, siamo passati da 4.500 a 11.264 rifugiati, di cui 5.342 bambini di meno di 10 anni. Pochissimi gli uomini e giovani. Molte donne e persone anziane e malate. Molti casi di bambini malnutriti per la mancanza di cibo. Quando ero a Fotokol abbiamo assistito ad un fiume di persone che attraversavano il fiumiciattolo che fa da frontiera per recuperare qualche vestito e masserizia in Nigeria e ritornare a rifugiarsi in Camerun.

La contraddizione in questa tragedia è che il controllo dei militari camerunesi ha mostrato come diverse donne portassero nei loro bagagli delle armi da combattimento. Questo ha portato ad un irrigidimento dei controlli e della chiusura temporanea di questa via di salvezza. Probabilmente queste donne sono state obbligate a trasportare armi, ma questo conferma la posizione di chi ritiene che Boko Haram vuole portare in terra camerunese il disordine e la guerriglia. Quindi c’è poco da stare a sonnecchiare.

Questo per dirvi che almeno fino alla stagione delle piogge ci saranno della azioni di guerriglia da parte di Boko Haram, che, nonostante abbia subito perdite, non è certo stato vinto e ridotto all’impotenza. Comunque possiamo continuare a sperare in un miglioramento, ma senza farci illusioni.

Fra 10 giorni una equipe di miei collaboratori andrà ancora in quelle zone per sostenere chi è sul posto. Proprio oggi abbiamo inviato le risorse necessarie per acquistare circa 300 sacchi di 100 kg di mais per una assistenza alimentare. In questa settimana dovrebbero procedere alla prima fase di vaccinazione contro la meningite per 5.000 persone. Contemporaneamente viene avviato un programma di integrazione alimentare per 200 bambini malnutriti. Questi gli interventi d’urgenza per far fronte a questa nuova emergenza

Io penso di ritornare a Fotokol subito dopo Pasqua, in modo da impostare il lavoro per il mese di Maggio.
Eccovi in breve la situazione attuale. Contiamo sul vostro sostegno e sulle vostre preghiere per riuscire a fare il nostro lavoro.

Un caro saluto a tutti e a presto.
Fabio Mussi

Fonte: PIME

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