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ASIA/BANGLADESH – Dietro la radicalizzazione dei giovani c’è il fallimento della famiglia

Rajshahi – “I genitori non si curano dei figli: c’è un fallimento della famiglia. Hanno dato loro solo denaro e vita agiata senza curarsi della loro formazione, idee, mentalità. Li hanno esposti alla propaganda ideologica che ha promesso loro di diventare eroi o di avere il Paradiso, uccidendo. C’è un gap generazionale. E non si può, poi, dimenticare la questione delle madrase (le scuole coraniche gratuite) dove si fa un vero lavaggio del cervello ai giovani, formandoli a idee radicali. Questo è davvero un problema nazionale”: lo afferma in un colloquio con l’Agenzia Fides, S. Ecc. Mons. Gervas Rozario, Vescovo di Rajshahi, commentando gli elementi emersi dopo la strage di Dacca del primo luglio, quando un commando di sette giovani terroristi tra i 20 e i 22 anni ha ucciso 20 ostaggi.
I giovani erano tutti provenienti da famiglie ricche o della medio-alta borghesia e avevano frequentato scuole private di livello internazionale. Uno di loro, Rohan Imtiaz Kahn, era figlio di un politico del partito Awami League, partito che è al governo in Bangladesh. Suo padre ha chiesto pubblicamente perdono alla popolazione, ammettendo il suo “fallimento”. “Quello che colpisce l’opinione pubblica è che questi terroristi erano tutti ragazzi per bene”, nota il Vescovo, che lancia un appello ai leader islamici: “Ci sono leader islamici bengalesi che hanno condannato la violenza, ma bisogna fare di più nel paese e farlo insieme. Tutte le forze sane devono unirsi, a partire dalle istituzioni, per riportare i valori di pace e tolleranza al centro dell’agenda politica e sconfiggere insieme la minaccia terrorista”.

Fonte: Agenzia Fides

 

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