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L’incontro al Meeting fra due “storie politiche”

Il discorso di Meloni e l’avverarsi del “sogno” di Alleanza Cattolica

C’è qualcosa del discorso di Giorgia Meloni al Meeting del 27 agosto che va oltre le sue parole. Per usare il linguaggio ciellino, è l’evento in sé che merita una riflessione: certamente molto meno importante dell’Evento che ha cambiato la storia, tuttavia importante e meritevole di grande attenzione.

La standing ovation iniziale che l’ha commossa, il convinto e prolungato applauso finale, le tante interruzioni per condivisione sono state l’espressione di un incontro che certamente non si è materializzato durante il Meeting 2025, ma è frutto di un percorso da parte di due “mondi”, due ambienti diversi, la destra che nasce dalla sconfitta del fascismo e lentamente si sposta su posizioni conservatrici, accettando la logica politica dello Stato di diritto, e la parte di mondo cattolico (non solo quello riconducibile a CL) che non ha mai accettato la subordinazione al secolarismo progressista, fenomeno che ha invece accompagnato la storia della Dc. Due storie diverse, due identità diverse, due percorsi che si sono incontrati al Meeting, uniti da avversari comuni, in particolare la sinistra nichilista e libertaria e, soprattutto, la rassegnazione di chi pensa soltanto ai propri desideri. I “due mondi” sono uniti soprattutto dallo stesso desiderio di costruire un «mondo migliore» (Pio XII), fondato sulla persona e non sulle ideologie, sul realismo e non sulle utopie, insomma sulla dottrina sociale della Chiesa, anche se poco studiata e quindi poco conosciuta.

Questo è stato il sogno con cui è nata Alleanza Cattolica mezzo secolo fa. Il suo fondatore Giovanni Cantoni si sarebbe commosso, se avesse potuto ascoltare le parole di Meloni, e la risposta dei tanti presenti ad ascoltarla. Intendiamoci: noi non abbiamo avuto un ruolo “fisico” in questo incontro, semplicemente abbiamo seminato per mezzo secolo una cultura che lo ha favorito, ma pochi lo verranno a sapere. Questo è lo stile che ci è stato insegnato: prega e lavora, quel che importa è il risultato, non chi lo firma. E’ giusto così, questo non ci impedisce di essere felici e grati al Signore per quanto avvenuto.

Nessuno sa che cosa accadrà domani e se questo “sogno” continuerà e porterà i frutti che speriamo per il bene comune di tutta l’Italia (e non solo). Bisognerà anche salvarlo da letture sbagliate, come quella “centrista” di Antonio Polito sul Corriere della Sera (28 agosto), che non ha colto la portata storica e culturale dell’incontro, anche se ha avuto il merito di rendersi conto che qualcosa è avvenuto.

Più in profondità è andata Rosy Bindi su Avvenire del 30 agosto, criticando le parti del discorso di Meloni sulla “scelta religiosa” compiuta dall’Azione Cattolica negli Anni ‘60 e ‘70. Su un aspetto la allora assistente universitaria del professore Vittorio Bachelet (1926-1980), Presidente dell’Azione Cattolica (1964-1973) assassinato dalle Brigate Rosse, ha certamente ragione: il Magistero dei Papi va accolto e professato tutto insieme, senza contrapposizioni che poi influenzerebbero divisioni interne al movimento cattolico. La sinistra cattolica, però, ha ben poco da insegnare in questo senso: la demonizzazione, per esempio, di Luigi Gedda (1902-2000) e dei Comitati Civici è stato un atteggiamento di tipo sovietico, poco incline alla carità che si dovrebbe avere verso dei fratelli nella fede. In realtà, l’attacco a Gedda esprimeva un rifiuto di Pio XII e del suo Magistero. Ben venga, dunque, l’auspicata ricomposizione di quanto rimane del movimento cattolico, attraverso una riflessione comune sulla sua storia, purché si tenga insieme tutto il Magistero, da Leone XIII a Leone XIV, senza contrapporre o escludere nessuno.

In questo senso è una notizia buona l’avvicinarsi di due “famiglie (anche) politiche”, che hanno avuto storie diverse ma che oggi sembrano ritrovarsi su valori comuni. Questo incontro, però, non è strettamente politico, non è un accordo per spostare al centro la destra o per portare a destra un po’ di voti centristi. Se così fosse, durerebbe lo spazio di un mattino, o di un Meeting. Già nella storia italiana incontri simili sono falliti proprio perché ridotti alla sola politica partitica, come l’Operazione Sturzo del 1952 o la Maggioranza silenziosa del 1970. Il senso di questo incontro è antropologico, cioè deve consistere nel riconoscimento da parte di quelle due famiglie politiche di alcuni principi antropologici che le trascendono entrambe, principi che hanno, come origine, l’amor che move l’sole e l’altre stelle, per citare il titolo del prossimo Meeting. Soltanto così inizierà bene e durerà nel tempo.

Fonte: Marco Invernizzi | AlleanzaCattolica.org

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