Dura nota del card. Repole, Custode del Sacro Lino, dopo lo scalpore mediatico per una scoperta che attribuirebbe la sua realizzazione sovrapponendola a una scultura medioevale
Dov’è la notizia? La notizia è che, sempre più sovente, la notizia non c’è, ma il sistema globale dei media non può fare a meno di fabbricarla e, soprattutto, rilanciarla istantaneamente in tutto il mondo. Accade per quasi tutto, e anche per la Sindone. Ma questa volta il Custode pontificio, il cardinale Roberto Repole, ha deciso di intervenire ricordando, con fermezza, il dovere di una «attenzione critica» nei confronti dei messaggi che riceviamo in continuazione, da ogni parte. Nella sua dichiarazione (www.sindone.org) l’arcivescovo di Torino sottolinea la preoccupazione «per la superficialità di certe conclusioni, che spesso non reggono a un esame più attento del lavoro presentato».
Che cosa è successo? Che nei giorni scorsi ha fatto il giro del mondo la «notizia» di nuove scoperte sulla Sindone: sarebbe (di nuovo) un falso medievale, un’immagine realizzata sovrapponendo un telo sulla «scultura» di un uomo crocifisso. L’esperimento sarebbe stato realizzato da uno studioso brasiliano, Cicero Moraes, e le conclusioni pubblicate su una rivista specializzata. Di qui il grande clamore mediatico, sulle testate italiane ed europee e soprattutto su quelle americane. Anche perché, e forse la concatenazione dei tempi non è così casuale, la notizia del nuovo esperimento viene diffusa mentre è in corso a St. Louis, nello Stato del Missouri, un importante congresso di sindonologia.
Il Centro internazionale di Studi sulla Sindone di Torino raccoglie studiosi di tutto il mondo; il suo compito istituzionale è di fornire consulenze per il Custode pontificio. Analizzando con attenzione il lavoro pubblicato da Moraes il gruppo torinese ha raccolto una serie di osservazioni che mostrano i numerosi «punti deboli» del lavoro di Moraes, in particolare per quanto riguarda le metodologie seguite nello sviluppo della ricerca e la presunta «novità» delle conclusioni raggiunte. Il testo completo dell’analisi del Ciss si trova sia su www.sindone.org che su www.sindone.it.
Insomma: non c’era niente di particolarmente nuovo (e molti hanno parlato addirittura di «bufala»), né di rilevante.
L’unica «verità» che questa vicenda riporta alla luce è forse molto semplice: è la Sindone che «fa notizia». Per le curiosità «scientifiche» che suscita, ma forse più ancora per gli interrogativi che quell’immagine fa rimbalzare negli occhi e nella coscienza delle persone, come dimostra anche la recente esperienza di «Avvolti»: oltre 30mila persone in 8 giorni hanno visitato, a Torino, la Tenda dove veniva proposta una lettura digitale del Telo sindonico. Non c’era la Sindone in quella tenda ma solo un’immagine, come se ne trovano a migliaia in rete. E però il richiamo a poter compiere un’esperienza diretta e «immersiva» era fortissimo… (tutte le informazioni su www.avvolti.org).
Dal clima di attenzione a volte eccessiva e interessata nasce la preoccupazione del cardinale Custode: che non riguarda, appunto, le ricerche sul Telo, ma il clamore mediatico che esse suscitano, a ragione e più spesso a torto. «Il Custode della Sindone non ha motivo di entrare nel merito delle ipotesi formulate liberamente da scienziati più o meno accreditati». Ma ha il dovere, nei confronti della Sindone e prima ancora della verità, di chiedere attenzione e non superficialità. Così come papa Leone ha chiesto (12 maggio) di non cedere alla mediocrità, nel campo delicatissimo dell’informazione.