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Scurati e gli intellettuali “pigroni”, Pasolini e il fascismo degli antifascisti

Già Pasolini, nel 1973, riteneva banali le polemiche sull’antifascismo. Servono solo a una pletora di presunti “pensatori” per mantenere le loro rendite e le loro posizioni

All’immensa pigrizia intellettuale (che genera ottundimento e ridicolaggine) del funzionario dirigente Rai, che ha pensato di evitare il “dispiacere” di un minuto di Antonio Scurati alla presidente del Consiglio impegnata nel G7 e in guerre ovunque, fa il paio solo la pigrizia intellettuale (che genera ottundimento e ridicolaggine) degli intellettuali italiani che campano su discorsi che l’ultimo intellettuale di sinistra intelligente del nostro paese, Pier Paolo Pasolini, già dava superati nel 1973.

Già allora il comunista amante del sacro (e perciò osteggiato a sinistra dai nuovi padroni intellettuali di quell’area, da Calvino a Scalfari) diceva che era inutile e fuorviante attardarsi a discutere ancora del vecchio fascismo, mentre uno nuovo – ben più potente e onnivoro – stava avanzando nella vita delle persone e le stava omologando. E accusava una schiera di nuovi “chierici di sinistra” (ultimo discorso ai radicali) di esserne i corifei.

Quelli che pontificano in tv

In questo momento dove crisi della globalizzazione, problemi di sostenibilità energetiche, pandemie nate “sicuramente” da un pipistrello, guerre che devastano e uccidono, squadre di calcio che vincono (meritatamente) lo scudetto in Italia possedute da aziende sostenute dal governo comunista e tirannico di Pechino (alleato di quella Russia contro cui mandiamo armi, eccetera), in questo periodo in cui l’Italia muore di denatalità (nonostante le migrazioni), mentre l’Europa che non seguì il monito di Giovanni Paolo II va in frantumi, mentre l’Iran contro cui piazze e intellettuali si scagliavano al nome di “donna vita libertà” è diventato loro un po’ simpatico perché prova a bombardare Israele (in nome di quell’antiebraismo la cui accusa fino a poco fa per gli stessi in bocca della senatrice Segre era così cool), ecco in tutto questo marasma di problemi su cui, se uno ha letto qualche libro, dovrebbe provare a orientare i pensieri e gli animi, questi Pigroni abituati a stare seduti in tv e nei festival a pontificare da decenni pensano che il problema grave sia fare l’esame del dna antifascista a una premier eletta democraticamente, che ha giurato sulla Costituzione antifascista italiana, davanti al presidente della Repubblica (ritenendo pure lui un pirla, dunque).

“Come sei stato figo”

Quello di questi giorni è uno spettacolo di orrenda pigrizia, ammantato di parole che sarebbero sacre se non in bocca a tromboni che le svuotano. Un disperato tentativo di mantenere una pigra rendita di posizione di intellettuale controcorrente che, non a caso, invece, segue benissimo una certa luccicante corrente e dalla Rai emigra (dopo essersi pasciuti delle casse pubbliche e democratiche) presso i ben pagati lidi di un network americano.

La pigrizia idiota di un funzionario va sanzionata, quella degli intellettuali avvelena l’aria. O forse avvelena ormai l’aria dei salotti, dei festival e dei giornali sempre meno letti in cui stanno rinchiusi certuni a infoiarsi dandosi dei cinque e dei “come sei stato figo”, “sei forte”, “bel colpo”, “sei tutti noi”. Peccato che il mondo (e gli italiani) stiano giocando – e non pigramente – un altro e più difficile campionato.

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