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“20% giovani si dichiara gender fluid”/ Studio: “Ma aumentano le malattie veneree”

Crescono i gender fluid tra i giovani della Generazione Z: secondo uno studio sarebbero circa il 20% in America, mentre in Italia aumentano anche le malattie veneree tra i “fluidi”

Due recenti e distinti studi sembrano aver evidenziato come cresca sempre di più il numero di giovani e giovanissimi che si dichiarano gender fluid, ovvero che non si rispecchiamo nella classica divisione binaria tra “uomo” e “donna” e che hanno preferenze e gusti sessuali differenti da quelli etero. Una tendenza in crescita soprattutto in America e che riguarda sempre di più i ragazzi della cosiddetta Generazione Z, ovvero nati all’incirca tra il 1997 e il 2004.

A condurre l’indagine sui giovani gender fluid sul territorio americano è stata la Gallup, società di consulenza ed analisi specializzata nei sondaggi d’opinione, condotti anche internazionalmente. Dai dati ricavati emerge come le tender queer siano sempre più diffuse tra chi ha tra i 20 e i 30 anni, con un’incidenza pari al 19,7%, che considerando invece i cosiddetti Millenial (ovvero i nati tra il 1981 e il 1996) scende all’11,2%. Per quanto, invece, riguarda le generazioni precedenti (dal 1946 al 1980) i dati sono rimasti invariati dal 2014 ad oggi, tra l’1,7% e il 3,3%. Elon Musk, ceo di Twitter, condividendo la ricerca ha sottolineato come dei gender fluid sia diventato, negli anni, “il club dei ragazzi fighi“.

Più gender fluid, ma anche più malattie veneree

Ma la ricerca sui ragazzi gender fluid in America non è l’unica, e le fa eco infatti un’altra ricerca, in questo caso italiana. Si tratta di uno studio fatto in Veneto da Carlo Foresta, docente di endocrinologia all’Università di Padova, che ha sottoposto a 4mila studenti padovani un sondaggio completamente anonimo. L’obiettivo era indagare, appunto, le tendenze sessuali e comprendere se vi sia un qualche sottobosco narrativo ignoto.

Dallo studio sui gender fluid italiani è emerso come il 15% dei ragazzi e il 30% delle ragazze professi di non essere eterosessuale, mentre solamente il 2% del campione non si riconosce in una delle due identità sessuali binarie classiche. Complessivamente, però, la sessualità fluida (che non riguarda il genere, ma l’orientamento sessuale) è piuttosto diffusa, in segno di una marcata volontà di sperimentazione. Passando al sottobosco narrativo, invece, è emerso come tra i gender fluid aumenti il consumo di marijuana (49% rispetto al 39% dei binari), ma anche la tendenza ad avere più partner (15% contro il 10%). A tutto questo fanno eco le malattie veneree, che incidono per l’8% dei ragazzi fluidi, e solamente per l’1% dei binari.

Fonte: Lorenzo Drigo | IlSussidiario.net

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