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Prove della sete di Dio in brano dance di autore ateo
— 5 Luglio 2022— pubblicato da Redazione. —
Parlami di Dio è un pezzo del 2022 di Tutti Fenomeni, Giorgio Quarzo Guarascio, cantautore romano classe ’96. Stupisce l’intensità non scontata con la quale, non per la prima volta, parla di Dio e del cristianesimo.
Di Giuseppe Signorin
Bonjour, ça va? Tutti parlano di sé
Parlami di Dio, sexy girl
Ma tous les copains riderebbero di me
Parlagli di Dio pour parler
Inizia così Parlami di Dio, un pezzo dance firmato Tutti Fenomeni del 2020, ma che ho scoperto solo nel 2022. Quindi per me è del 2022. Un pezzo dance come poteva fare i pezzi dance Franco Battiato: una parodia di un pezzo dance. Una parodia seria, però, tanto che non si capisce se si stia scherzando o meno. Sicuramente entrambe le cose: il tono ironico, infatti, rafforza per contrasto l’urgenza di sentire che si parli di Dio, e basta di se stessi, in questo mondo egomaniaco.
Parlami di Dio o ti dico addio, ripete ossessivamente il nostro nel ritornello, minacciando una sexy girl di andarsene o addirittura di lasciarla. Tutti Fenomeni, questo ragazzetto indie/dandy, lo porta in discoteca, Dio: non trasforma la discoteca in una sala da ballo tunz tunz cristiana, esperimento di per sé a mio parere problematico, ma ci porta il discorso di Dio da – probabilmente – ateo.
Ateo però stanco morto di essere ateo, o ateo che semplicemente non vede l’ora di sentire parlare di Dio, come tutti gli atei. Ateo che ha sete di Dio. Come tutti.
Parlami di Dio, fratello mandorlo
E si ricoprì di fiori ogni albero
Parlami di Dio sui rotocalchi
Parlami di Dio, Chiara Ferragni
In mezzo a versi carichi di ironia, lampi di lirismo francescano. Tutti Fenomeni, nome d’arte di Giorgio Quarzo Guarascio, romano con un padre ingegnere minerario che l’ha chiamato per metà come il diossido di silicio, non è nuovo a incursioni nel sacro che non siano dissacranti – sempre più una rarità.
Magari poche parole buttate lì, come in Heautontimorumenos (titolo illeggibile “preso in prestito” da una commedia di Terenzio, che tradotto dal greco significa Il punitore di se stesso): Quando mi sento da solo
Penso a Gesù sulla croce
Tutti Fenomeni non è certo un cattolico praticante, e dalla sua musica si capisce, a volte troppo cupa e volgare, però sorprende l’intelligenza di un artista che non cita il Cristianesimo solo per deridere o attaccare, prassi ormai “totalitaria” (nel senso che così fan tutti), sintomo più di ignoranza che di cattiveria. Si spera.
“Dal punto di vista letterario penso che nel Cristianesimo sia contenuta la più grande simbologia dell’umanità e per questo ne avrò sempre un grande rispetto”,
ha detto in un’intervista a Rolling Stone, magazine allergico alla nostra religione, in cui è quindi ancora più bello scovare chicche del genere. E riconoscere la grandezza del Cristianesimo, anche se solo in senso simbolico ed estetico, è già un piccolo miracolo per un cantautore italiano di neanche trent’anni.
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