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La Spezia e India: una storia d’amore che dura da più di 40 anni

Il prossimo progetto dell’Associazione Nuovo Cammino è un gemellaggio tra scuole. Righetti: “Una società che si preoccupa dei problemi degli altri fa innanzitutto del bene a se stessa”.

La SpeziaLo strumento migliore per lo sviluppo di un popolo è l’educazione. È da questa frase semplice ma che arriva dritta al cuore, che nel 1976 nasce l’Associazione Nuovo Cammino. Una data importante che avrebbe segnato l’inizio di una lunga, è il caso di dirlo, storia d’amore tra la città della Spezia e le aree più povere dell’India. Remo Righetti, presidente dell’associazione, inizia questa avventura con una manciata di amici 45 anni fa con un obiettivo chiaro: aiutare. Aiutare bambini, famiglie, persone come noi, solo molto più in difficoltà. “Sempre più spesso il modello di società che ci viene proposto è incentrato più sull’individualismo che sull’accoglienza e sulla solidarietà – racconta Righetti -. In molte parti del mondo i più giovani non hanno accesso alla formazione scolastica e le persone vivono in condizioni disumane e
muoiono per fame o malattie che potrebbero essere facilmente debellate”. È da questa semplice riflessione che tanti anni fa è nato tutto, perché “una comunità che ha a cuore il proprio benessere non può essere indifferente ai problemi di chi vive altrove”.

La frase sull’educazione come motore di sviluppo, è il motto delle suore Luigine. “La nostra associazione – racconta Righetti – nasce dalla collaborazione con le religiose di questo ordine che anni fa erano di casa alla Spezia perché gestivano l’Istituto Don Rubino di via XX Settembre, una scuola elementare che ha visto passare intere generazioni in città”. In particolare è con Suor Damiana Elamthuruthil, religiosa indiana attiva alla Spezia negli inizi Settanta e mancata da pochi anni, che la onlus ha iniziato a germogliare. “Dapprima con l’invio in India di materiale sanitario e il supporto per la realizzazione di strutture – spiega il presidente – e infine con il sostegno a distanza di bimbi indiani seguiti ed educati personalmente dalle suore stesse. Siamo andati più volte in India per toccare con mano quella realtà e per conoscere di persona i bambini che la nostra associazione stava sostenendo, imparando così una grande lezione: una società che si preoccupa dei problemi degli altri fa innanzitutto del bene a se stessa. E da quel momento non ci siamo più fermati”.

Oggi Nuovo Cammino opera in sette stati indiani, Orissa, Andhra Pradesh, Kerala, Palin Nadu, Jharkhand, Maharashtra, Karnataka, sempre nelle aree in cui sono presenti le missioni delle suore Luigine. E conta 110 soci e 90 bambini sostenuti a distanza da famiglie spezzine che garantiscono loro il diritto allo studio fino all’Università. Ma, anche se basterebbe, l’Associazione Nuovo Cammino non fa solo questo. “Con i fondi raccolti, ogni anno abbiamo avviato progetti sanitari e realizzato scuole, installato pannelli solari, costruito pozzi d’acqua. La nostra associazione, inoltre, non parla solo alle famiglie spezzine, ma coinvolge anche gli studenti della nostra città, i ragazzi delle superiori e a breve anche quelli delle scuole medie. Il Liceo Cardarelli, ad esempio – continua Righetti – ha ideato il logo della nostra associazione e con gli studenti dal 2019 abbiamo organizzato concerti pubblici per farci conoscere e raccogliere fondi per la scuola di Orissa”. E così lo scopo formativo diventa educazione al quadrato.

E i progetti per il futuro? “Abbiamo sempre qualcosa che bolle in pentola. Di recente abbiamo sostenuto 14 ragazze dello Jharkhand nel proseguire gli studi oltre la decima classe e hanno così iniziato l’Università”. Ma c’è di più. “Oggi – conclude il presidente – il progetto su cui stiamo puntando con grande ottimismo è un gemellaggio tra una scuola spezzina e una scuola indiana. Un piano ambizioso di cui abbiamo già iniziato a parlare con enti e fondazioni locali. Speriamo di concretizzarlo”. Intanto, in quanto ente del terzo settore, chi volesse può destinare a Nuovo Cammino il 5 per mille, perché «l’India è grande e c’è ancora molto da fare”.

Fonte: Annamaria Giannetto Pini | CittadellaSpezia.com

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