Dalle 10 alle 17 la preghiera su YouTube, nel giorno in cui ricorre la memoria liturgica di santa Bakhita, la schiava divenuta santa e simbolo dell’impegno della Chiesa contro la schiavitù
Oggi, 8 febbraio 2021 è la Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale.
La maratona di preghiera, nel giorno in cui ricorre la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, schiava sudanese liberata e divenuta religiosa canossiana, canonizzata nel 2000 da Giovanni Paolo II, si celebra dalle 10 alle 17 (in diretta streaming sul canale YouTube della Giornata mondiale contro la tratta) con traduzioni in cinque lingue, attraverserà le diverse aree del pianeta per accendere i riflettori e sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle principali cause della tratta di persone, il modello economico dominante, i cui limiti e contraddizioni sono acuiti dalla pandemia di Covid-19.
L’appello del Papa contro la tratta e lo sfruttamento delle persone
Nella memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, religiosa sudanese che conobbe le umiliazioni e le sofferenze della schiavitù, si celebra la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. “Quest’anno l’obiettivo – così si è espresso papa Francesco al termine dell’Angelus – è lavorare per un’economia che non favorisca, nemmeno indirettamente, questi traffici ignobili, cioè un’economia che non faccia mai dell’uomo e della donna una merce, un oggetto, ma sempre il fine. Il servizio all’uomo, alla donna, ma non usarli come merce. Chiediamo a Santa Giuseppina Bakhita che ci aiuti in questo”. IL TESTO INTEGRALE
Chi era santa Giuseppina Bakhita?
Esistono vite la cui storia è un inno alla speranza che consola. Tra di esse c’è quella di santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana morta a Schio (Vicenza) nel 1947. I primi anni della sua esistenza – era nata nel 1868 in Darfur – furono segnati dalla schiavitù: tra il 1877 e il 1882 passò da un padrone all’altro, tra atroci sofferenze. Venne poi comprata dal console italiano di Karthoum, Callisto Legnani, che, una volta tornato in Italia la affidò a una famiglia di amici di Mirano (Venezia) e diventò la bambinaia della figlia Alice. Per un periodo venne quindi inviata assieme alla bimba nel collegio retto dalle Canossiane a Venezia. Qui conobbe Cristo e trovò la vocazione: nel 1890 ricevette il Battesimo e nel 1896 emise i voti. Da religiosa a Schio, poi, fu per 50 anni un esempio di santità. (Matteo Liut)
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