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Obiettivo 2021: uscire dalla pandemia e rilanciare la centralità della famiglia

Il 2021 sarà l’anno che per il mondo segnerà l’uscita pandemia del Covid-19 e per la Chiesa Cattolica sarà dal prossimo 19 marzo  – quinto anniversario della pubblicazione dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia – inizierà l’Anno “Famiglia Amoris Laetitia” indetto da Papa Francesco, che si concluderà il 26 giugno 2022 con il X Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma.

Non è una semplice coincidenza se il complicato percorso di ricostruzione di una società flagellata dal Coronavirus sotto ogni aspetto (sociale, economico, sanitario…) coinciderà con il rilancio della pastorale familiare in tutte le comunità cattoliche del mondo. “L’esperienza della pandemia – si legge nel comunicato del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita che3 coordinerà le iniziative dell’anno – ha messo maggiormente in luce il ruolo centrale della famiglia come Chiesa domestica e ha evidenziato l’importanza dei legami tra famiglie”. D’altra parte non bisogna essere cattolici per riconoscere che l’unica istituzione che ha retto all’urto dell’emergenza sanitaria è stata la famiglia.

Nell’isolamento richiesto dalla misure anti-covid, madri e padri hanno ricoperto il ruolo di infermieri per i più anziani, di docenti e di psicologi per i figli e perfino di tecnici informatici per i più emarginati e disconnessi. Il nucleo primigenio di ogni società è stata la luce sempre accesa anche nei momenti più bui, ed ora è arrivato il momento di mettere questa luce sopra il moggio perché lo stesso Papa Francesco “intende rivolgersi a tutte le comunità ecclesiali nel mondo esortando ogni persona a essere testimone dell’amore familiare”.

L’intenzione è quella di rendere i laici protagonisti di questi 15 mesi di riflessione e rilancio del ruolo della famiglia. Gli sposi saranno chiamati ad annunciare il valore prezioso del sacramento del matrimonio che “ha in sé una forza trasformante dell’amore umano” – come spiega la brochure diffusa dal Dicastero – al fine di rendere i giovani “consapevoli dell’importanza della formazione alla verità dell’amore e al dono di sé”.

Dalla famiglia dipende la tenuta di tutto il tessuto sociale, ed è partendo da questo presupposto che la Chiesa presenta la famiglia aperta alla vita e alla solidarietà come una risorsa per tutta la società. “Riflettere sulla famiglia significa parlare del destino stesso dell’umanità”, ha ricordato in una recente intervista mons. Paglia Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico per le Scienze del matrimonio e dalla famiglia Giovanni Paolo II.

Le fragilità emerse con la pandemia ci hanno insegnato che nessuno si salva da solo, per questo la Chiesa intende anche riaffermare che la prima alleanza voluta da Dio nel segno di un’unione che genera vita è quella tra un uomo e una donna. Da quel progetto scaturiscono tutte le responsabilità vicendevoli e tutte le altre articolazioni comunitarie. In questa corniche la Chiesa, insieme a tutto il popolo di Dio, affronterà anche la questione della sterilità di generazione. Il crollo della natalità che si è insinuato anche nelle comunità di credenti e che non è solo difficoltà a generare speranza ma anche a generare speranza e generosità. Solo rafforzando la famiglia si potranno superare le minacce portate dalla cultura dello scarto, dell’individualismo sfrenato,  dell’autodeterminazione senza limiti e del conseguente deserto demografico.

L’arrivo di un figlio è una sfida che è in grado di rinnovare tutto e moltiplicare il bene ricevuto e dato, un’occasione per contaminare una società ripiegata su sé stessa e afflitta dal male della solitudine.

Fonte: Marco GUERRA | InTerris.it

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