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Dare un’anima all’economia del futuro

Il Papa Benedetto XVI, nella Caritas in Veritate alla fine del paragrafo 36 dice: “La grande sfida che abbiamo davanti a noi, fatta emergere dalle problematiche dello sviluppo in questo tempo di globalizzazione e resa ancor più esigente dalla crisi economico-finanziaria, è di mostrare, a livello sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo i tradizionali principi dell’etica sociale, quali la trasparenza, l’onestà e la responsabilità non possono venire trascurati o attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo nel momento attuale, ma anche un’esigenza della stessa ragione economica. Si tratta di un’ esigenza ad un tempo della carità e della verità.”

Ed è per questo che dobbiamo chiedere allo Stato nella redistribuzione delle risorse principi di solidarietà e condivisione, uguaglianza, valorizzazione i talenti di ognuno, e soprattutto prestare grande attenzione a sostenere le famiglie, quelle numerose, quelle con figli disabili, con malati di mente, anziani,  che decidono di tenerli presso la famiglia.

Anche come consumatori, dobbiamo essere critici ma non a parole o negli ideali, ma nei fatti, perché abbiamo ampi margini di potere d’acquisto, e soprattutto abbiamo la possibilità di vivere la sobrietà, che ci fa vivere la vita da poveri e ci fa anche inquinare di meno l’ambiente. La valutazione di prodotti tenendo conto non solo del prezzo ma anche dell’esistenza di corrette condizioni di lavoro nelle imprese, del grado di tutela assicurato per l’ambiente naturale che lo circonda.

È questo il tempo delle scelte, della responsabilità, della comunità, dell’agire insieme, come popolo. È la scelta della fraternità, della cura delle relazioni, dell’incarnazione delle buone prassi, adottando un’economia spicciola e feriale, di aiuto reciproco, che dà successo nella complessa sfida educativa e nella costruzione della società del gratuito. “ chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto”.

La salvaguardia dell’ambiente perché sia sano e sicuro, richiede un’educazione ambientale rispettoso del riciclo, della raccolta differenziata, dell’identificare nuove fonti energetiche, alternative, come stiamo facendo anche in comunità con la società che si è costituita con fratelli e sorelle sensibili a questo aspetto così importante. L’attuale crisi ambientale colpisce particolarmente i più poveri, sia perché vivono in quelle terre che sono soggette all’erosione e alla desertificazione, o coinvolti in conflitti armati o costretti a migrazioni forzate, sia perché non dispongono dei mezzi economici e tecnologici per proteggersi dalle calamità. Pensiamo a chi vive negli slums, bidonvilles, barrios, favelas.

Il “Patto” a cui ci invita il Santo Padre punta a cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani. “Oggi più che mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale. Occorre pertanto correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Purtroppo resta ancora inascoltato l’appello a prendere coscienza della gravità dei problemi e soprattutto a mettere in atto un modello economico nuovo, frutto di una cultura della comunione, basato sulla fraternità e sull’equità”. Il Santo Padre si rivolge particolarmente ai giovani, gli stessi giovani a cui ieri si rivolgeva don Oreste Benzi e sui cui sogni e speranze ha fondato la Comunità Papa Giovanni XXIII.

“Carissimi giovani, io so che voi siete capaci di ascoltare col cuore le grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto e di responsabilità, cioè di qualcuno che ‘risponda’ e non si volga dall’altra parte. Se ascoltate il vostro cuore, vi sentirete portatori di una cultura coraggiosa e non avrete paura di rischiare e di impegnarvi nella costruzione di una nuova società. […]Le vostre università, le vostre imprese, le vostre organizzazioni sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso, per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita. Finché il nostro sistema economico-sociale produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, non ci potrà essere la festa della fraternità universale”.

Ai giovani, infatti, ha lanciato la sfida per una nuova Economia, chiamandoli a raccolta per costruire il nuovo modello incentrato sulla dignità della persona e sulla cura del pianeta, una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda, un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani. Proprio i giovani sono oggi vittime di un sistema manipolatorio messo in campo dagli adulti che detengono il potere economico e dalle multinazionali della finanza.

“Dobbiamo rispolverare la categoria della felicità. Il modello attuale aumenta l’utilità ma diminuisce la felicità che, come diceva già Aristotele, risiede nelle relazioni interpersonali. La povertà evangelica non è tanto la privazione dai beni ma il distacco da essi, che devono rimanere un mezzo e non un fine. Il fine è la felicità”.

L’economia può essere una risposta per questo momento storico, puntando ad un sistema economico che metta al centro la dignità dell’uomo, di ogni uomo e la cura del pianeta, una vera e propria “rivoluzione della condivisione”, in cui i più fragili sono messi al centro di una comunità, di un popolo, e ne segnano il cammino.

L’Economia ha bisogno di partire dalla condivisione, dall’“avere in comune”, da un “dividere con”, vivendo la propria vita insieme alle persone più emarginate, combattendo le ingiustizie e le distorsioni della società, spinge a non sprecare nessuna risorsa, superando i semplici obiettivi del guadagno e del risparmio per mettere al centro la creazione di legami autentici.

L’obiettivo è quello di arrivare a un autentico patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima a quella di domani. “Un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”(Papa Francesco).

Fonte: | InTerris.it

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