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Manovra. Assegno per i figli in bilico. Il Forum si appella a Conte

 
Possibile una nuova manifestazione con i passeggini. De Palo: «Giocare la partita fino all’ultimo» Si pensa ora a un avvio “minimale”. La ministra Bonetti: «Verrebbe ampliato e normato dopo»

La partita del bonus per i figli non è chiusa. «Siamo pronti a giocarla fino al novantesimo, anche con il recupero, e ci affidiamo alla sensibilità del presidente Giuseppe Conte», dice Gigi De Palo, presidente del Forum per le associazioni familiari. «Siamo mamme e papà stanchi, una scelta chiara deve essere fatta prima possibile», aggiunge.

L’assegno unico come misura strutturale di sostegno alle famiglie con figli è ‘scomparso’ dalla risoluzione di maggioranza per la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019. Eppure, una misura del genere «farebbe ripartire l’economia», assicura De Palo. «C’è ancora tempo, non è detta l’ultima parola» insiste.

E prende in considerazione la possibilità di una nuova pacifica manifestazione con i passeggini in piazza. «Dobbiamo delle risposte ai nostri figli, che la politica non dà. Alla fine se ne vanno all’estero a realizzare i loro sogni. L’auspicio è che almeno una prima parte dell’assegno unico possa rientrare in questa manovra di bilancio – insiste – si può fare senza nessuna risorsa aggiuntiva». In realtà «per l’assegno unico di 250 euro al mese – evidenzia De Palo – ci vorrebbero 10 miliar- di, che teoricamente potrebbero essere presi dal bonus Renzi degli 80 euro».

Ma la richiesta è di finanziarne almeno una parte, senza toccare gli 80 euro: «Sarebbero 166 euro al mese per ogni figlio. Non aspettiamo un anno, in gioco c’è il futuro dei nostri figli», conclude De Palo. Uno spiraglio lo tiene aperto anche la ministro per la Famiglia Elerna Bonetti: «La manovra si sta costruendo. Ho proposto al governo, ed è stato inserito nella Nota di aggiornamento al Def, di inserire e di costituire un fondo per le politiche familiari all’interno del quale struttureremo in modo adeguato forme di sostegno». Bonetti ne fa una questione terminologica: «Chiamiamole pure sotto il nome di assegno unico, cioè un contributo erogato ad ogni famiglia per ciascun figlio, dalla nascita fino al compimento dell’età adulta».

Ma, per ora, è poco più di un proponimento: «Questa misura deve essere costruita in modo adeguato, deve certamente fare i conti con i fondi ad oggi disponibili – ammette il ministro – . In questo momento è prioritario costituire il fondo e scegliere le modalità e le regole del gioco per poter conteggiare i costi e poi trovare le risorse per attuarlo». Si starebbe quindi lavorando alla costituzione di un apposito fondo, con una dotazione iniziale minimale, ma con l’idea di rafforzarlo e renderlo operativo una volta varata la legge delega e i decreti delegati. Eppure – su un tema del genere – i consensi si potrebbero allargare anche oltre la maggioranza.

Forza Italia propone un assegno mensile da 150 euro per ogni figlio, fino al compimento del 21esimo anno di età. Il limite Isee, nella proposta illustrata ieri alla Camera dalla capogruppo Maria Stella Gelmini, è fissato a 70mila euro annui in caso di figlio unico, 90 mila per più figli. «Diciamo ‘no’ agli 80 euro e al Reddito di cittadinanza e ‘sì’ a una proposta strutturale », sottolinea Gelmini. A chi usufruisce dell’assegno, verrebbero sospese le detrazioni per i figli a carico, gli assegni familiari e il bonus 80 euro. La misura verrebbe coperta con le risorse liberate dalle detrazioni e attingendo al fondo per il Reddito di cittadinanza. «Se la maggioranza avrà il coraggio di ripensarci noi ci siamo », assicura Antonio Palmieri, primo firmatario della proposta.

Fonte: Angelo PICCARIELLO | Avvenire.it

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