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LA SPEZIA – Veglia per la vita

«Ogni vita è sacra. La vita dono in sé è un dono, e, a sua volta, ha senso nel donarsi». La detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti ieri sera alla veglia per la Quarantesima Giornata nazionale per la vita. La Giornata verrà celebratata domani, domenica, in tutte le parrocchie italiane.

Davanti alla chiesa di San Paolo alla Pianta gremita di fedeli da tutta la diocesi, mons. Palletti ha commentato la testimonianza portata in precedenza da due giovani donne, Claudia Francardi, vedova del carabiniere Antonio Santarelli, e Irene Sisi, madre di Matteo Gorelli, assassino del carabiniere. Le due donne, riconociliatesi, hanno fondato l’associazione Amicainoabele.
«La vita presenta anche dei momenti drammarici», ha commentato il vescovo. «Bisogna guardare alla realtà in verità e con misericordia. Il perdono è frutto dello spirito, ma richiede anche apertura di cuore. Bisogna riconoscere la luce della vita, che è dentro lo sguardo di una persona, Gesù. Offriamo l’adorazione per rafforzare quanto abbiamo sentito, affinchè non rimanga solo una testimonianza,  ma diventi anche un seme. Tutti abbiamo bisogno di ricostruire la rete di relazioni attorno a noi».

Commentando il messaggio dei vescovi per la Giornata per la vita, il vescovo ha parlato, tra le ferite dell’anima, del «dramma dell’aborto e dell’eutanasia».

Ha infine preso la parola Mario Polleschi, presidente del Centro di Aiuto alla Vita, attivo da trentaquattro anni anche alla Spezia per difendere il bambino non ancora nato, che corre spesso il rischio di essere eliminato. «E’ un lavoro molto impegnativo, che dà grosse gratificazioni, ma anche delusioni. Occorrono volontari, specie donne, e sono sempre pochi».

 

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