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Prossima fermata: Roma. Intervista a Gandolfini

«Non mi candido. Ma farò una grande azione “pre politica” perché rappresentanti pro family occupino posizioni in lista e facciano sentire in parlamento la voce di un intero popolo»

«Non mi candido. Ma farò una grande azione “pre politica” perché rappresentanti pro family occupino posizioni in lista e facciano sentire in parlamento la voce di un intero popolo»

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Gender, utero in affitto, famiglia, natalità e difesa dei bambini. L’Italia delle famiglie senza vescovi pilota è riuscita ad imporre le sue istanze all’agenda politica italiana. A destare mamme e papà dall’ubriacatura ultra liberista ha contribuito più di tutti il Comitato promotore del Family day, guidato dal professore Massimo Gandolfini. Le sfide del prossimo autunno vedono il neurochirurgo bresciano e le associazioni pro family in prima linea sul fronte dell’educazione di genere nelle scuole e sul fine vita. Gandolfini racconta a Tempi il suo impegno “pre politico” per una rinascita antropologica dell’Italia.

Gandolfini, dopo oltre un anno e mezzo dall’ultimo Family day, ha ancora senso l’azione del Comitato difendiamo i nostri figli?
Siamo la realtà pro family più attiva sul territorio nazionale, il Comitato difendiamo i nostri figli è animato da un insieme di associazioni impegnate per la vita e la famiglia ma soprattutto a difendere il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre e a non essere minacciato da colonizzazioni ideologiche che vorrebbero rendere più fluida la sua identità sessuata. Questa buona battaglia la stiamo portando avanti nelle istituzioni e tra la gente, con numerosissime iniziative come il Bus della libertà che ha toccato molte città italiane. Siamo solo all’inizio, i temi antropologici saranno sempre più dirimenti nella future azioni dei governi occidentali e più in generale nell’agenda politica di partiti e movimenti d’opinione. Basta guardare l’acceso dibattito sull’utero in affitto e sul commercio dei gameti sul quale si sta dividendo sia la comunità omosessuale sia quella femminista.

Le unioni civili sono passate malgrado siate riusciti a riempire due piazze romane con milioni di persone nel giro di appena sei mesi. Insomma sono battaglie di retroguardia o istanze di un popolo che aspettano di essere raccolte dalla politica?
Anzitutto va sottolineato che se Renzi ha stralciato la stepchild adoption da quella legge è solo grazie alla grande reazione di popolo che prese forma in quei mesi. La nostra azione di lobbying sul parlamento per ora ci ha permesso anche di fermare la strategia che prevede modifiche alla legge sulle adozioni al fine di aprire questo istituto ai single e alle coppie dello stesso sesso. Abbiamo avviato un dialogo franco e rispettoso con il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli per quanto riguarda le linee guida del comma 16 della Riforma della scuola inerenti “La prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. Ovviamente, il nostro obiettivo è tenere fuori dalle aule scolastiche le deliranti e anti-scientifiche teorie gender, che arrivano ad indicare oltre 50 identità di genere a cui poter aderire. Non si promuove una società rispettosa delle differenze destrutturando l’identità sessuata dei bambini e delle bambine, ma valorizzandola. Guardiamo alla strada già percorsa dai paesi del Nord Europa: non ha dato grandi risultati. I paesi scandinavi e anglosassoni sono i primi nelle statistiche Ue sulla violenza contro le donne.

Dopo aver contestato le unioni civili ed essersi battuto per il No al referendum, lei dice che riesce ad avere dei buoni rapporti con questo esecutivo?
Le dirò di più, attualmente c’è anche un ottimo rapporto di collaborazione con il sottosegretario Maria Elena Boschi, per quando riguarda la riforma dell’Unar dopo lo scandalo dello scorso inverno legato ai finanziamenti ad alcune associazioni Lgbt. Stiamo lavorando perché l’Ufficio nazionale anti-discriminazioni ritorni a fare il suo mestiere, ovvero essere un’agenzia contro le discriminazioni razziali e religiose.

Cosa risponde a chi le dice che la famiglia si aiuta con i sussidi e non con le battaglie sul fronte antropologico?
Siamo i primi a chiedere politiche sociali a sostegno della famiglia, ma allo stesso tempo serve un recupero culturale dei valori che sono alla base della famiglia,
che sono i princìpi di unità, fedeltà, solidarietà, partecipazione e sacrificio tra i membri della famiglia. I ragazzi devono tornare ad essere affascinati dal “progetto famiglia”. Politiche basate solo su sussidi non sono sufficienti. Indico ancora i paesi del Nord, dove un welfare generosissimo non basta a smuovere indici di natalità sotto la soglia di sostituzione. Fatto sta che dopo anni di campagne contro le gravidanze indesiderate ora sono tutti concentrati a promuovere la custodia della fertilità.

Resta il fatto che la sua azione di contaminazione della politica trova terreno poco fertile più nel campo progressista…
Parlo costantemente con molti parlamentari di centrosinistra, soprattutto senatori. Ma siamo in attesa di vederli alla prova dei fatti su proposte di legge, come eutanasia e legalizzazione delle droghe leggere, che sono attualmente all’esame delle due Camere. Tuttavia resta il dato di fatto che l’agenda legislativa del Pd ci trova in dissenso assoluto. Questo purtroppo va detto a chiare lettere, d’altra parte numerosi esponenti dem non hanno mai nascosto di voler inserire nel programma del partito il matrimonio egualitario e perfino la regolamentazione della maternità surrogata e del commercio dei gameti.

Dopo l’approvazione alla Camera, in autunno riparte l’Iter del testamento biologico in Senato per l’approvazione definitiva. Lei, da chirurgo, perché è contrario alle Dat?
Il medico è esautorato dal suo compito fondamentale che è quello di trattare il paziente avendo conoscenza della sua patologia e applicando i criteri di appropriatezza di cura. In questo ddl il medico viene trasformato in un mero esecutore di una volontà altrui. Oltretutto la proposta di legge non prevede l’obiezione di coscienza, il che è una cosa gravissima, perché è riconosciuta anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Infine si intravede una deriva eutanasica, che rende la vita un bene opzionale usufruibile da parte delle persone.

Anche alle ultime amministrative avete voluto dire la vostra.
Certo molto dipende anche dagli enti locali, basta vedere le polemiche per il diffondersi di attività scolastiche sulla sessualità promosse dagli assessorati per la scuola e le pari opportunità di diverse città italiane. Per questo motivo abbiamo sottoposto il nostro manifesto in difesa della famiglia e dei bambini a tutti i candidati alle elezioni della scorsa primavera. Con cognizione di causa posso dire che abbiamo partecipato fattivamente e positivamente alla vittoria elettorale degli attuali sindaci di Genova, Verona, Piacenza, Pistoia, ma anche di molti altri.

Ha appena citato tutte città passate nelle mani del centrodestra. È chiaro che le vostre istanze sono più vicine al capo conservatore e identitario. È altrettanto noto che più di un partito di quella coalizione le abbia proposto importanti candidature…
Ribadisco che io non parteciperò direttamente al prossimo confronto elettorale, ma farò una grande azione “pre politica” per fare in modo che rappresentanti del nostro ambiente pro family possano occupare posizioni importanti nelle liste, con l’auspicio che vengano eletti e che facciano sentire in parlamento la voce di un intero popolo.

Intanto alla presidenza della Cei è arrivato un vostro sostenitore della prima ora, l’arcivescovo di Perugia cardinale Bassetti. La Chiesa italiana guarda con favore al Comitato?
Abbiamo un ottimo rapporto con la stragrande maggioranza dei vescovi italiani che comprendono bene le ragioni della nostra azione e ci sostengono. Vale la pena ribadire sempre però che non vogliamo il vescovo pilota, ma il vescovo pastore, ovvero un presule che continui a ribadire i princìpi antropologici fondamentali che poi noi giocheremo nell’agone politico nel miglior modo possibile.

Con il resto del laicato cattolico come vanno i rapporti?
Voglio lanciare un forte appello affinché il laicato cattolico, invece di dedicarsi a contenziosi di bassa lega si unisca per portare a casa dei risultati importanti nella difesa della famiglia e dei bambini.

Fonte: Marco Guerra| Tempi.it

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