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Davanti alla Madonna, insieme cristiani e musulmani

Hanno pregato vicini, nella base militare libanese, esponenti del mondo cristiano e musulmano, nel giorno dell’Assunta, per dire che il dialogo è possibile.

«La Vergine Maria unisce cristiani e musulmani. Celebrare l’Assunzione per la prima volta insieme militari di Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) e autorità interreligiose qui in Libano, è l’esempio di un percorso di pace e convivenza». Ha aperto così nella base “Millevoi” di Shama, don Salvatore Lazzara, cappellano militare dei caschi blu di stanza nel sud del Paese dei Cedri, la ricorrenza religiosa del 15 agosto, dedicata all’assunzione di Maria in cielo. La giornata, che si è articolata nella processione con la statua della Vergine e nell’Eucaristia, ha visto condividere la preghiera militari internazionali, popolazione locale e leader religiosi cristiani e musulmani. In sei lingue diverse, la messa è stata concelebrata dal cappellano militare, dal Metropolita Greco Ortodosso, dall’Arcivescovo Maronita e da un rappresentante della Chiesa Ortodossa; nel piazzale principale della base, si sono susseguiti gli interventi dei mufti musulmani sciita di Tiro, Hassan Abdullah, e sunnita, Medrar Al Habbal.

«La celebrazione dell’Assunta – ha detto Il Generale di Brigata Francesco Olla, dallo scorso aprile comandante del contingente italiano in Libano con l’operazione “Leonte XXII” – rappresenta per noi una grande opportunità, aldilà della fede professata da ciascuno. Per questa ragione abbiamo deciso da tempo di condividere anche con la popolazione locale, i sentimenti e le radici culturali che ci legano alla Vergine Maria, Reginae Pacis. Vivere questo momento tutti insieme cristiani e musulmani dei dodici contingenti che costituiscono Unifil-Sector West, ci rende meno difficile essere lontani dai nostri affetti».

Maria è la donna più elogiata nel Corano, l’unica donna nominata per nome, definita Siddīqah (“donna di verità, alludendo alla sua sincerità come vera credente e donna retta), titolo riservato agli uomini (siddīq). Solo di essa è detto nel Corano che Dio l’ha “eletta” (inna Allāh istafāqī), e per due volte; e che Dio l’ha preferita su tutte le donne della terra (wa-faddalaki ‘ala nisā’ al-‘ālamīn). Per questo, nel giorno dell’Assunzione, molti musulmani si recano in pellegrinaggio ai santuari mariani cattolici per chiedere grazie alla Madonna.

Il Libano è tra la nazioni con il maggior numero di confessioni religiose nel Medio Oriente e tra le maggiori al mondo. La popolazione conta oltre 6 milioni di abitanti, di cui il 54% di fede musulmana (27% sciiti e 27% sunniti), il 40% cristiani (21% maroniti, 8% greco ortodossi e 11% tra cattolici, protestanti e altre minoranze) e il 6% drusi.  Il Libano, avendo così tante realtà diverse – come diceva Giovanni Paolo II – non è solo un Paese, ma anche un “messaggio di dialogo fra popoli e religioni”, è un mosaico culturale. Pertanto, il dialogo interreligioso è considerato da tutti essenziale per la pacifica convivenza.

Il contingente italiano, a seguito della risoluzione n.1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è impiegato dal 2006 nella “Terra dei Cedri” e si rapporta quotidianamente con le autorità civili e religiose locali – incontro interreligiosi si svolgono regolarmente -, supportando la popolazione attraverso la funzione operativa di cooperazione civile-militare (Cimic). Inoltre, i peacekeeper italiani svolgono costantemente attività di pattugliamento e osservazione nei pressi della Blue Line – zona “cuscinetto” che marca il confine fra Libano e Israele -, per garantire la cessazione delle ostilità tra i due Paesi, nonché attività di coordinamento, pianificazione e condotta di esercitazioni e operazioni congiunte alle Forze Armate libanesi dislocate a sud del fiume Litani.

Fonte: Romina Gobbo | Famiglia Cristiana

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