(Bruxelles) “I padri fondatori” della Comunità europea – Schuman, De Gasperi e Adenauer – “pensavano a un’Europa sulla base del Decalogo. Non in senso confessionale però, ma sulla base di quello che è un distillato dell’esperienza universale”. Sollecitato da diversi interventi degli eurodeputati che lo hanno incontrato nella sede del Parlamento Ue a Bruxelles, il cardinale Angelo Bagnasco ha offerto (riprendendo vari pensatori fra cui Maritain, Habermas, Taylor) un excursus di carattere filosofico, storico e sociale inteso a ricondurre l’attività politica nel più vasto alveo della “sfida antropologica”.

Rispetto all’impegno per “la costruzione della città dell’uomo”, cui “sono chiamati tutti i cristiani e i credenti”, Bagnasco ha affermato che “la politica è tendenzialmente sfiduciata” dai cittadini e “ciò è sbagliato. Essa invece è necessaria, fa parte della vita, e significa precisamente rappresentare il popolo e servirlo”. La politica, dunque, “come forma alta della carità” (Paolo VI), che “ha una sua nobiltà”, anche se “talvolta i cattivi esempi la squalificano”. Bagnasco ha poi sottolineato come in passato i cristiani e “la gerarchia” hanno “un po’ trascurato la politica, che invece necessità un impegno della Chiesa” per sensibilizzare e formare i laici all’impegno pubblico, come “oggi fanno tante esperienze di formazione”, a partire dai principi enunciati dalla dottrina sociale.
Tra i punti sollevati dal card. Bagnasco anche l’importanza di “valorizzare le diversità” di cui si compone l’Europa, “evitando omologazioni forzate” che “accrescono la distanza tra cittadini e istituzioni europee”.

Fonte: AgenSir.it

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