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Avvento, stagione permanente della vita

Con la prima domenica di Avvento è iniziato il nuovo Anno Liturgico. Per l’occasione è uscito un libro del nostro don Angelo Busetto, che ogni giorno su La Nuova BQ commenta il Vangelo, che è un aiuto per vovere la liturgia quotidiana. Il titolo è “La traversata – Sulle onde dell’anno liturgico”. La casa editrice è Itaca, il costo è 10 euro. Presentiamo qui le pagine iniziali, che introducono all’Avvento e al nuovo Anno Liturgico.

Abbiamo bisogno di nuovi inizi. Non so quante volte la liturgia parla di nuovo inizio. Nuovo inizio è certamente il Natale, ma lo è anche il Vangelo dell’annunciazione nel giorno dell’Immacolata, quando il rimando è addirittura alla promessa di Dio ad Adamo ed Eva dopo il peccato.

Spunta quindi il primo giorno dell’anno, evidente nuovo inizio, ma tutto ricomincia da capo nel giorno del Battesimo del Signore, che gli evangelisti scelgono come principio della testimonianza degli apostoli. Con il miracolo di Cana, raccontato nella domenica seguente, Gesù, insieme con quanti cominciano a seguirlo, si apre la strada verso tutti gli uomini. Nuovo inizio è la Quaresima che riprende il cammino di conversione per giungere a un uomo nuovo. A Pasqua risorge l’uomo nuovo Gesù, e in Lui noi rinasciamo con il Battesimo. A Pentecoste il vento dello Spirito rinnova il cuore degli uomini e lancia al largo la barca della Chiesa.

Da allora, l’inizio riaccade ogni giorno e ad ogni incontro. Rispunta il sole ogni mattina; la barca si muove dalla riva; ricominciano il lavoro e la scuola e la vita. Non è mai una ripetizione di quanto è già avvenuto. Protesi verso un buon futuro, ogni stagione e ogni giornata diventano ripresa di quel cammino che ci trasporta all’altra riva.

Porta di inizio è l’Avvento: un tempo dell’anno, ma anche una stagione permanente della vita. L’Avvento è il primo raggio del sole che spunta sulla storia dell’uomo. Lo scorge chi apre almeno una fessura del cuore. L’Avvento ci richiama ad accogliere con nuova attenzione e desiderio l’annuncio: «Il Signore viene». Ci scrolliamo di dosso le attese inutili, che non rendono felice nessuno.

Alle prime luci dell’Avvento guardiamo con l’occhio della fede, il cuore della carità, lo slancio della speranza. Fede, speranza e carità, virtù teologali che aggiustano l’atteggiamento verso la vita e ciò che accade.

Fede. Attendiamo Gesù ogni giorno con un gesto di preghiera: l’Angelus all’inizio della giornata, a fine mattinata e alla sera, quando ci si mette a tavola con la famiglia; un gesto settimanale di ascolto della Parola di Dio, come l’incontro del Vangelo, o una catechèsi, o la Messa feriale.

Speranza: dalla fede nasce la speranza e si riaccende uno sguardo di fiducia sulle persone e sui fatti della vita, educando lo sguardo all’attenzione verso chi è vicino e verso chi incontriamo nella giornata.

 

Fonte: LaNuovaBQ.it

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