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Eterologa, molte pressioni e poche regole. La sicurezza non è garantita

Pressione e fretta in Italia da parte di molti centri di procreazione medicalmente assistita, perché si parta subito con le pratiche della fecondazione eterologa, senza attendere un adeguamento del quadro normativo.

In attesa di venire a conoscenza delle motivazioni della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha eliminato il divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40, l’articolo di Assuntina Morresi mette in evidenza i “vuoti” normativi  che già emergono da un’analisi che si ferma al livello puramente sanitario,  senza indagare quello etico.  Allo stato attuale viene a mancare anche la mera garanzia di  tracciabilità completa del percorso, per la protezione del donatore, della madre e dei nati.
Questo è sufficiente per dire che è necessario maggior attenzione per garantire la sicurezza dei cittadini.
Una voragine si apre se ci si inoltra in riflessioni etiche con i relativi quesiti delle modalità di accesso ad alcune informazioni, come quelle sui possibili consanguinei, della possibilità di donare gameti fra sorelle, fra fratelli, fra padri e figli, fra madri e figlie, di come il nato da eterologa possa venire a conoscenza delle modalità in cui è stato concepito, la gestione delle biobanche dei gameti, la possibilità di scegliere i donatori anche solo dal puto di vista medico.

Per saperne di più:
Regole per l’eterologa, una questione di civiltà – Avvenire

 

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