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La trasformazione di Valerio: droga, violenza e piercing, poi un frate esorcista gli mostra Dio

La perdita del nonno dopo un tumore, la rabbia contro la fede per una vita che degenera…

Valerio è un ragazzo romano. Ha gli occhi vivi, uno sguardo intenso, dolce e parla della sua vita (molto complicata) con una serenità estrema.

Oggi fa parte della Comunità Nuovi Orizzonti e gira per rave party, scuole, assemblee pubbliche a raccontare ciò che era. A raccontare la sua storia infestata prima da buio, tunnel, tenebre, ma poi illuminata da sole, luce, vita.

Una testimonianza che si accomuna a quelle di tanti ragazzi che oggi vivono una condizione di disagio e lontananza dalla Chiesa. Eppure, attraverso l’esempio positivo di Valerio, anche per loro potrebbe accendersi una fiammella di speranza. 

Valerio da adolescente tuonava contro il mondo. Il nonno a cui è legatissimo si ammala e muore di tumore ai polmoni. Dio, tanto invocato quanto pregato, a suo avviso è il colpevole dell’agonia. Intanto i genitori si separano. Il padre va via da casa, lasciando lui e la sorella da soli con la mamma.

“GODEVO A BESTEMMIARE DIO”

Tutto questo scatena rabbia su rabbia, che sfogata contro “quel” Dio «cattivo». «Avevo quattordici anni. Godevo nel bestemmiarlo,  lo avrei ammazzato se fosse sceso sulla terra. Lo odiavo».

Il ragazzo è privo di ogni bussola. Inizia a “fare esperienza”. Che significa frequentare persone che vivono nell’illegalità. Comincia a drogarsi e a spacciare per guadagnare soldi. «Eppure dentro di me sentivo che questa cosa poco alla volta mi spegneva»

LA NOTTE DEL 27 DICEMBRE

Un 27 dicembre, dopo la solita notte a base di droghe, Valerio torna a casa la mattina successiva e trova una sorpresa. Davanti al portone c’erano tre macchine. In una di queste riconosce un’amica di sua sorella. «Andai sua a casa e vidi mia sorella che si stava preparando per uscire. Diceva che andava a trovare un frate esorcista. Io provai a distoglierla. Le dissi che non doveva frequentare certa gente, che sono dei manipolatori, ecc».

IL VIAGGIO VERSO ISERNIA

Intanto salgono a casa anche l’amica della sorella con un ragazzo, Claudio e parlano a Valerio. Alla fine lo convincono a provare questa “esperienza”. «Andai con loro da questo frate ad Isernia. In macchina loro ascoltavano canti di chiesa e preghiera. Mi sembrava tutto strano».

IL COLLOQUIO CON IL FRATE

L’arrivo ad Isernia è incredibile. La chiesetta è «bruttissima… un posto da film…». Il frate li accoglie sorridente, poi si rivolge a Valerio e dice di volergli parlare. «Mi raccontò alcune cose della mia vita che non sapeva nessuno. Io mi arrabbiai, gli diedi una spinta e chiamai mia sorella per sgridarla. Pensavo tra me, “è stata sicuro lei a riferire queste cose…”».

“IL SALTO LO PUOI ANCORA FARE”

A quel punto il frate si rivolge ancora al ragazzo. Gli dice: “Ti voglio solo dire che la tua vita non è buttata, che la tua vita serve a qualcosa, e se vuoi fare un salto lo puoi fare”. «A quel punto ho visto in quegli occhi del frate un tale amore, una dolcezza, che mi hanno sconvolto. e l’ho abbracciato forte. La mia durezza s’era sciolta».

LA BELLEZZA DI ESSERE UTILI

Il frate insiste: “Tu devi credere che c’à l’amore. So che ce l’hai contro Gesù e io non dico che devi rivolgerti a lui.Ma sappi che puoi ancora donare e ricevere amore. E puoi cambiare la vita a tante persone che sono nella tua stessa situazione”.

«Il fatto che potevo essere utile a qualcun altro – evidenzia Valerio – mi ha aperto un mondo. Allora decisi di seguire i suoi consigli. Seguii un percorso di evangelizzazione con la sua comunità “Il Mandorlo in fiore”. In uno dei campi, a Melfi, in Lucania, mi successe una cosa straordinaria».

“MI SENTIVO SOFFOCARE”

Durante una preghiera Valerio si sente soffocare dal piercing che ha sulla lingua. «Avevo anche del “fumo” in tasca che stava diventando sempre più caldo. Intanto il piercing mi piegava in avanti dal dolore. Accanto a me si trovò un altro frate, frà Enzo, che mi invitava a svitare il piercing anche se in quel momento sembrava un’operazione difficilissima. Alla fine ci sono riuscito e lo diedi a lui, così come il fumo che avevo in tasca».

LA RINASCITA

Per Valerio è il segno della rottura con un passato ingombrante, violento, trasgressivo. Ed è il sopratutto il segno dell’incontro con Dio. Una svolta. Appena torna a casa a Roma decide di disfarsi di tutta la droga nascosta nella sua camera.

«La portai nella chiesa più vicina come mi aveva suggerito frate Enzo e la lasciai vicino all’altare. Poi ho iniziato a frequentare la Comunità Nuovi Orizzonti e ho completato il mio percorso di rinascita».

Ora si offre per essere un testimone buono, positivo dell’incontro con Dio, dopo aver vissuto una situazione che sembrava senza uscita. Ecco al mondo Valerio 2.0!

Fonte: Aleteia.org

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