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Nuovo governo, rischio eutanasia e canonizzazione di Newman. La vita continua

La realtà incombe: c’è la battaglia per la vita e la santità che avanza. Nell’immediato futuro non c’è insomma solo il governo giallorosso

Come ha scritto una cara amica, con il cambio di governo non si è passati dal Brunello di Montalcino al Tavernello, dalle stelle alle stalle, ma semplicemente, seppure con dolore, si è preso atto che i tanti “poteri forti” diffusi in Europa hanno approfittato di un autogol del ministro Matteo Salvini per riportare alla “normalità” l’Italia, inventandosi un governo giallorosso in poche ore, cioè affidando il Paese a forze politiche in grande crisi di consenso, ma certamente più adattabili ai progetti politici della Unione Europea.

Tuttavia, proprio in questa circostanza non si deve dimenticare quanto fosse anomalo il governo precedente, frutto della “strana” alleanza fra il Movimento 5 Stelle (M5S) e la Lega, e quante volte ci si è ripetuto che non c’erano da aspettarsi tanti frutti da quell’alleanza politica così innaturale. Certamente sarebbe sciocco oggi non vedere i pericoli all’orizzonte dopo la costituzione del nuovo governo guidato da Giuseppe Conte, se non altro per il pericolo che si passi, sui temi etici, dalla decisione stipulata nel famoso “contratto di governo” fra Lega e M5S di non affrontarli, a una decisa volontà di realizzare quanto ancora manca nel processo di sradicamento dell’Italia dai princìpi non negoziabili.

Rientrati quindi nella “normalità” politica, bisogna non lasciarsi ora prendere dal panico. Il nuovo governo non sembra piacere alla maggioranza degli italiani, almeno secondo il sondaggio effettuato del Corriere della Sera (7 settembre), e questo non deve sorprendere alla luce dei risultati delle elezioni europee e regionali più recenti. Ma, soprattutto, bisogna non farsi distrarre eccessivamente da quanto avviene nel campo della politica, quasi come se nella società, e in particolare nella vita della Chiesa Cattolica, non accadessero altre cose rilevanti.

Fra queste è ormai imminente l’evento dell’11 settembre, giorno in cui molte associazioni cattoliche, pro-life e pro-family, si ritroveranno a Roma per affermare la sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale e in particolare per esprimere il proprio rifiuto per qualsiasi forma di legalizzazione dell’eutanasia. Il previsto intervento del presidente dei vescovi italiani, card. Gualtiero Bassetti, può essere una occasione molto importante per aiutare gli italiani a riflettere con attenzione sulla posta in gioco: se, come previsto, il 24 settembre la Corte costituzionale introdurrà una modifica significativa dell’Art. 580 del Codice penale italiano, di fatto depenalizzando l’aiuto al suicidio, l’Italia conoscerà una svolta di civiltà ben più importante di un cambio di governo.

Ci si deve dunque concentrare su quella data, anzitutto con la nostra preghiera, quindi con l’attenzione operosa fatta di conferenze, di contatti, di articoli, post sui social media e di tutto quanto possa servire ad attirare l’attenzione.

Nello stesso senso sarebbe bene prestare attenzione a un altro evento imminente, la canonizzazione fra poco più di un mese, del cardinale inglese John Henry Newman (1801-1890), oggi beato. La sua lunga vita attraversa tutto il secolo XIX ed è caratterizzata soprattutto dalla conversione al cattolicesimo dalla Chiesa anglicana, alla quale egli apparteneva dalla nascita. Newman è importante per avere dedicato tutta la vita, come spiega nella storia autobiografica che culmina nell’ingresso nella Chiesa Cattolica nel 1845, a combattere contro il liberalismo, cioè contro quel virus soggettivista e relativista che dilaga nel secolo XIX anche all’interno della Chiesa anglicana e continua, ancora oggi, sotto diverse forme, a minacciare la fede e la società con i propri modi astuti, sgretolando il corpo sociale e soprattutto le relazioni umane fondamentali.

La sua canonizzazione sarà un’occasione importante per ricostruire le tappe di questo confronto che continua, fra la Verità rivelata da Dio agli uomini e i nemici della Verità stessa, che si è fatta carne nel corpo di Gesù, fra i quali il relativismo nichilista dei nostri giorni appare come forse il nemico più insidioso. Con la sua propria vita e le numerose opere pubblicate Newman ha dimostrato come questa Verità si sia costantemente sviluppata nel tempo rimanendo fedele a se stessa, e ha poi cercato, da cattolico, di trovare il modo più adatto per comunicarla agli uomini di ogni tempo. A noi, che fra pochi giorni lo vedremo finalmente sugli altari, spetta il compito di rimanere fedeli alla Verità che Newman ha sempre testimoniato e insegnato, cercando anche il modo migliore per renderla accessibile agli uomini della nostra epoca.

Fonte: Marco INVERNIZZI | AlleanzaCattolica.it

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