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LA SPEZIA – La via Crucis conquista i giovani

«Il Medio Oriente si sta svuotando dei cristiani. Sarà un grande peccato se non ci saranno più cristiani nel luogo dove è nato Gesù. Bisogna pregare per evitarlo». L’ha detto Barnaba El Soryany, vescovo della diocesi copta ortodossa di San Giorgio, Roma, aprendo ieri sera presso il santuario della Neve la tradizionale Via Crucis cittadina. Al contempo, ha proseguito il vescovo della chiesa originaria dell’Egitto, «ringraziamo che anche nel ventunesimo secolo ci sono i martiri, testimoni di Cristo». El Soryany ha riportato l’incontro con una bambina egiziana che, dopo una strage in chiesa, gli ha chiesto dispiaciuta perchè non ci fosse stata anche lei tra quelli chiamati a morire per fedeltà a Gesù.

I fedeli – un migliaio, tra cui molti giovani e sacerdoti – sono poi usciti all’aperto, nonostante la pioggerellina fitta, per raggiungere in processione la cripta di Cristo Re attraverso le vie del centro storico, dove si sono celebrate le quattordici stazioni della Via Crucis. A preparare e leggere i testi e le meditazioni delle varie stazioni sono stati i giovani dei vari gruppi parrocchiali.

«Questa sera abbiamo fatto memoria della via della croce percorsa dal Nostro Signore», ha commentato il vescovo Luigi Ernesto Palletti nella riflessione finale.

«Gesù è morto per i nostri peccati e la nostra salvezza. Ci ha insegnato come vivere e come morire. Per noi ha fatto la pienezza del cammino. Si è addossato i nostri peccati, li ha cancellati perchè possiamo diventare pienamente liberi: “Se vuoi vieni e seguimi”. Questo deve stimolare la nostra testimonianza».

«In questo inizio di Quaresima rinnoviamo la fiducia nell’efficacia della preghiera. La preghiera è efficace, non magica. A volte non è esaudita come vorremmo noi, ma il Padre ci ascolta sempre. Bisogna ritrovare il senso della preghiera, sia pubblica sia nel silenzio della nostra casa. Bisogna rinnovare l’ascolto della Parola.  Dalla nostra mente bisogna che il brano scenda nel nostro cuore che non è il luogo dei sentimenti, ma il centro della persona. Bisogna ritornare alla Parola di Dio. E poi la carità, che sappiamo aver bisogno della Parola. “Non chi dice Signore, Signore” si salva.  Ma carità non è solo fare una cosa buona, ma secondo il cuore di Dio. Così la via della croce diventa via della luce e della vita. La quaresima sia feconda nella conversione e nel rinnovamento della vita!».

Il vescovo ha infine sottolineato e ringraziato per la significativa presenza dei giovani delle parrocchie, anche in vista del prossimo sinodo a loro dedicato.

Francesco Bellotti

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