Negli interventi è tornata spesso la parola “dignità”, l’ha ripetuta più volte anche monsignor Paglia. Il presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita ha sottolineato poi la «forza della rete che si è creata attorno alla Colletta, che ha un potenziale tutto da scoprire. Bisogna continuare tra “Pane, amore e fantasia”», ha proseguito il vescovo citando il film di Luigi Comencini. «Da questo luogo può ripartire la speranza: si può rinascere, tutti, nessuno escluso».
Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, si è concentrato sulla missione delle case detentive: «Nella società serpeggia la cattiva abitudine di considerare il carcere un luogo di cui volontariamente dimenticarsi, come se si trattasse di una realtà che è bene tenere lontano. È una visione miope dello Stato: chi è recluso è parte integrante della nostra società», ha continuato il vicepresidente. «La detenzione non deve annientare la persona, è un periodo della vita in cui può abitare anche la speranza», che può essere coltivata anche nel gesto della Colletta. I carcerati hanno la possibilità di donare usufruendo del loro “sopravvitto”, una sorta di quota “libera” che ciascuno può spendere per le proprie esigenze. Molto spesso però la somma a disposizione si esaurisce prima della fine del mese, così il giorno della Colletta Alimentare decine di persone si privano e donano le loro scorte personali.
Accade anche nei momenti di difficoltà, come ha sottolineato Romano, che ha raccontato un episodio avvenuto nei mesi del Covid. In quei giorni ha ricevuto una chiamata: «Qui i detenuti hanno fatto la Colletta Alimentare, venite voi a ritirare il cibo da donare?», lo avvisavano da una delle case di reclusione del milanese. Alla fine del periodo pandemico, i volontari hanno chiesto ai carcerati: «Perché lo avete fatto?». «Molti di noi usufruiscono del pacco, o le nostre famiglie in questo momento stanno ricevendo aiuti dal banco Alimentare. Sappiamo bene cosa vuol dire essere aiutati», hanno risposto loro. Parole in linea con le affermazioni di Piuri a chiusura dell’evento: «L’asticella del bisogno si alza sempre di più, noi dobbiamo farci trovare preparati». L’anno prossimo la Colletta festeggerà la cifra tonda e per il trentesimo anniversario dalla sua prima edizione l’invito del presidente è stato chiaro: «Aiutateci a capire come rilanciare questa potenza di bene, questa rete che abbiamo tra le mani, in linea con l’unica parola che racchiude tutta la nostra missione: relazione». Lui ha assicurato: «Io ho già cominciato a pensarci».
Fonte: Giuseppe Beltrame | Clonline.org