L’ausiliare di Cipro riflette sul coraggio del Patriarca nel difendere le vite umane a Gaza e chiede di non lasciarlo solo
Da due giorni non faccio che pensare al nostro Patriarca il Cardinale Pizzaballa. Quando è stato emanato l’ordine di evacuazione, avrebbe potuto andare via dall’inferno creato da Israele in cui si addentra ogni volta che può. Avrebbe potuto dire: «Beh, ci ho provato ma non posso più fare niente». Invece ha scelto un’altra via: quella della resistenza e del coraggio. Ha alzato la voce, non ha smesso di denunciare, ha cercato ovunque un megafono per gridare al mondo: muovetevi! Fate qualcosa! Lotta come un leone, non per sé stesso, ma nel nome di Dio, pur di salvare una vita dalle fauci della morte.
Quando lo ascolto, percepisco il suo dolore, ma scorgo anche un coraggio incrollabile. È come se la paura della morte non lo sfiorasse affatto. Possibile che non abbia paura? E padre Romanelli, i sacerdoti e le suore che hanno deciso di restare a Gaza per servire la comunità locale, non sentono il terrore? Non desiderano fuggire? Evidentemente no. In loro, il senso di giustizia è più forte di ogni paura, più saldo di ogni minaccia. Sono esseri che si elevano sopra la fragilità umana, molto al di sopra dei mediocri che chiudono gli occhi davanti al carnefice, colui che ordina massacri e poi va baldanzoso a banchetti e feste di gala.
Oggi, mentre Israele sta scatenando a Gaza qualcosa che è peggio di un inferno, il cardinale Pizzaballa ha pronuncniato parole che racchiudono l’ìessenza del suo messaggio: «Noi dobbiamo fare tutto il possibile per tenere viva l’umanità».
Non so se ci riuscirà, non so se ci riusciremo noi, ma so con certezza che un uomo di tale nobiltà e coraggio non deve essere lasciato solo.
Per questo padre Simon Pietro Herro, nel diffondere il testo di monsignor Varriano, ha chiesto di pregare «per il nostro Patriarca, il Cardinale Pizzaballa, e per tutti coloro che hanno scelto di rimanere nel cuore del fuoco per testimoniare la verità e servire l’umanità. Che le nostre voci si uniscano alla sua, e i nostri cuori si accendano del suo coraggio, per diventare un solo popolo contro l’ingiustizia».
Non so se ce la farà, se ce la faremo, ma di certo un uomo di questo spessore non va lasciato solo.
Fonte: Bruno Varriano | FamigliaCristiana.it