«Non voglio un Papa come Francesco», ha detto Philipe Allain Mbarga vescovo di Ebolowa a Crux . «Voglio un Papa che pensi e agisca come Cristo, e preghiamo che Dio ci dia un buon Papa, un Papa che possa aiutarci ad andare in Paradiso». Questo il principio cardine che il vescovo camerunense invoca per orientare la scelta del nuovo pontefice, successore di Pietro più di quanto qualunque Papa lo sia del proprio predecessore. Nessuna polemica nei confronti del defunto pontefice, solo la ripetizione convinta di ciò che dovrebbe sempre animare il processo di decisione del conclave che porterà all’elezione del nuovo vescovo di Roma. Lo stesso principio che dovrebbe essere matrice di ogni papato e che, forse, spiega le lacrime di tutti i neoeletti che accettano il gravoso incarico. Quale compito più arduo che uniformarsi a Cristo, portare il giogo della guida dei fratelli nella fede, confermandoli in essa in tempi particolarmente difficili come sono i nostri? Eppure di questo si tratta e si è sempre trattato, al di là di ogni altro calcolo strategico, di ogni cedimento alla seduzione del potere, di ogni inevitabile imperfezione umana. Per Cristo non è quella a creare scandalo, del resto.
«Dopo la morte di un papa, il processo si svolge in tre fasi chiave. In primo luogo, dopo il funerale, i cardinali si riuniscono per valutare le attuali sfide che la Chiesa si trova ad affrontare. Questa discussione iniziale li aiuta a definire le qualità necessarie per il prossimo papa, qualcuno che possa affrontare efficacemente queste sfide», ha affermato ancora il vescovo africano. Seguono la fase di discernimento e riflessione sui potenziali candidati e le loro qualità, dove occorre esercitare la ragione (dono benedetto di Dio) e lasciarla illuminare dalla luce dello Spirito Santo per mezzo della preghiera fino alla decisione finale, «garantendo una scelta radicata nella fede e nella saggezza». L’arcivescovo Andrew Nkea Fuanya di Bamenda ha affermato che i vescovi del Camerun sono “uniti nella preghiera” per i cardinali elettori. «Preghiamo affinché scelgano un Papa che guidi la Chiesa secondo il cuore di Cristo», ha affermato. In un’intervista per EWTN, l’anziano cardinale nigeriano Francis Arinze, ha dichiarato che ciò di cui ha bisogno la Chiesa è «un papa pieno di passione per il regno di Cristo». Ciò che accomuna le dichiarazioni dei vescovi africani è l’urgenza di portare Cristo, di tornare a Lui e annunciarlo a tutti. Serve un papa che diffonda il Vangelo, che porti le persone alla fede.
La sfida più grande per la Chiesa, ha concluso il cardinale, «è convincere le persone ad accettare Cristo e a vivere secondo il suo insegnamento e il suo esempio e che, pertanto, qualsiasi papa dovrebbe essere in grado di adempiere a tale missione». Ogni papa ha i propri doni da offrire alla Chiesa e un particolare accento nell’esercitare il ministero di pastore universale, non v’è dubbio. Per questo, pur esprimendo gratitudine per l’eredità di Francesco, i vescovi africani affermano che la cosa più importante è che il nuovo papa sia secondo il cuore di Dio. Mbarga ha concluso dicendo: «desideriamo ardentemente un Papa che incarni gli insegnamenti di Gesù, non solo l’eredità di Francesco», ha detto il vescovo. Se sia giunta l’ora di un papa africano? Dipende dalla volontà di Dio, ha aggiunto Il vescovo Eduardo Hiiboro Kussala della diocesi di Tombura-Yambio nel Sudan del Sud. «L’Africa è vibrante nella fede e giovane nello spirito. Un Papa africano potrebbe portare nuove prospettive radicate nelle realtà del Sud del mondo. Ma in definitiva, confidiamo che lo Spirito Santo guidi la Chiesa nella scelta del pastore di cui abbiamo bisogno ora».
Fonte: Paola Belletti | IlTimone.org