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Giotto a Gaza

Fa impressione pensare alla serie di coincidenze che si sommano in questa immagine. Il dettaglio è tratto dal riquadro di Giotto dedicato all’episodio della Strage degli Innocenti alla Cappella Scrovegni.

Quello che in questo dettaglio non si vede è facile da immaginare: a sinistra ci sono i soldati di Erode che con brutalità strappano i bambini da poco nati in Giudea alle loro mamme; c’è anche chi assiste sconvolto e impotente a questo esercizio di cieca violenza. Giotto rende pubblico anche il responsabile, Erode, che dall’alto del balcone del suo Palazzo impartisce gli ordini e “dirige” le operazioni della strage.
Giotto, lo strazio delle mamme

Ma restiamo su questo dettaglio delle mamme, che è più che sufficiente a
renderci partecipi e consapevoli di ciò che sta accadendo. La prima coincidenza che le riguarda è geografica: il loro dramma accade a pochi chilometri dal dramma che altre mamme come loro stanno vivendo in queste settimane, a Gaza.

Proprio passando per le strade di Gaza aveva dovuto fuggire con la sua insolita famiglia il bambino che era il vero obiettivo dell’odio di Erode. Quella storia di 2mila anni fa ci testimonia quanto fu inutile quella strage; inutile come quella di oggi, esercizio di violenza contro innocenti senza una via di uscita.

Le donne di Giotto sono palestinesi come le mamme di Gaza oggi; alcune portano un velo, come molte delle mamme di Gaza. Possiamo quindi immaginare che Giotto ci mostri ciò che nessuno ci fa vedere né racconta: questo dettaglio pieno di dolore è come una breccia aperta che spacca l’assordante buio mediatico attorno a ciò che davvero sta accadendo a Gaza.

Giotto poi aggiunge qualcosa che nessuna fotografia o cronaca sarebbe in grado di restituirci: cioè lo strazio delle madri, quei loro sguardi feriti; le loro braccia tese per cercare di non farsi strappare i figli. È un’immagine che solca il tempo e si fa grido presente, accadimento non accaduto ma “accadente”.

Non c’è nulla di retorico in quello che Giotto ci mette davanti agli occhi: è tutto dolorosamente umano e reale, oltre che attuale. Difficile non sentirsi feriti da un dolore così.

Fonte: Giuseppe Frangi | PiccoleNote.it

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