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Tallinn è la città più digitalizzata del mondo. Noi litighiamo ancora con lo SPID

Sai dove si trova Tallinn? In Estonia, o per meglio dire, E-stonia. Tranquillo, neanch’io lo sapevo fino a pochi anni fa, ma recentemente ha attirato la mia attenzione. Non solo è la più antica delle capitali baltiche, ma anche la città più digitalizzata d’Europa. Secondo Donald Tusk, ex Presidente del Consiglio europeo, addirittura a livello mondiale. È proprio questo contrasto che affascina molto: immagina di passeggiare per le vie di uno dei centri storici più importanti del nord Europa, potendo usufruire però delle più avanzate tecnologie a livello globale.

Perché Tallinn è la città più digitalizzata?

Immagina di poter compilare la dichiarazione dei redditi in massimo un paio di minuti. Di riuscire a votare comodamente dal divano di casa tua. Ma soprattutto, di avere un’unica carta che è contemporaneamente documento d’identità, patente, carta di credito, tessera sanitaria e abbonamento per i mezzi. Se in Italia lo SPID a molti sembra uno strumento del demonio incomprensibile, lì è una tecnologia preistorica. E no, non è solo una questione di età: potendo contare su una bassa densità della popolazione, il governo estone è riuscito a proporre lezioni gratuite di informatica a tutti i cittadini, dai più piccoli agli anziani.

Oserei definire quello di Tallin un “minimalismo digitale”: cercare di ridurre il più possibile le difficoltà, sfruttando a pieno il potenziale del digitale.

Quali sono i risultati di questa digitalizzazione?

Sicuramente il risparmio di carta. Ma soprattutto di ore di lavoro. Più precisamente, 2,8 milioni solo nel 2018. È proprio qui infatti che la burocrazia viene totalmente sconfitta per lasciare spazio allo Stato digitale. Tutti possono diventare cittadini estoni tramite internet, anche a distanza, e fare cose impensabili come aprire un’attività con un tap. Chi lo fa viene definito un e-resident. Oltre ad avere una tassazione molto bassa e l’istruzione gratuita, ha diritto a tutte le agevolazioni digitali del Paese.

Lo so, starai sicuramente pensando ai rischi della privacy, ma i cittadini estoni non sono degli improvvisati neanche su questo. Si impegnano molto nella difesa dei dati personali e mettono al centro di tutto il cittadino, più che lo Stato. Questo gli permette di adottare misure molto severe a tal proposito. Ad esempio è molto conosciuto il caso del poliziotto che ha passato tre anni in prigione per aver sbirciato nella cartella clinica di un sospetto senza averne alcun diritto.

Analizzando la questione a 360 gradi, la privacy non è l’unico problema

In un attimo si arriva a uno dei dilemmi più comuni del nostro periodo: che ne sarà del lavoro quando l’intelligenza artificiale avrà messo le sue radici? La risposta non può essere un semplice “cambierà”. In ogni caso, non sembra una domanda che preoccupa Sikkut, dirigente del ministero dell’economia. Secondo lui, infatti, i vantaggi sono maggiori degli svantaggi.

Si può essere o non essere d’accordo con il ministro della città più digitalizzata del mondo, ma in entrambi i casi bisognerebbe guardare con un certo riguardo verso questo Paese da cui abbiamo veramente molto da imparare. O per percorrere i suoi passi nei prossimi anni, o per evitare di compiere i suoi stessi errori.

 

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