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Abbazia di Nonantola: la gemma del Medioevo vive ancora. Ora anche online

Di qui sono passati santi, papi e imperatori. Oggi i tredici secoli di storia di questo capolavoro modenese si possono ripercorrere anche in visita virtuale.

L’Abbazia di Nonantola è un luogo straordinario dove le vicende storiche, l’architettura, la musica gregoriana e le espressioni artistiche in genere si sono coniugate con la fede cristiana per servire e formare l’uomo attraverso una storia lunga 1.300 anni.

Un complesso dove si può toccare in modo mirabile il Medioevo europeo, ancora vivente nelle pergamene dell’Archivio abbaziale e nelle opere del Tesoro abbaziale, oggi esposte nel Museo benedettino e diocesano.

LA FONDAZIONE E LA STORIA

La basilica abbaziale è oggi la chiesa concattedrale dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, che è l’erede materiale e spirituale dell’antico complesso monastico. Fu fondata nel 752 dal monaco benedettino sant’Anselmo e divenne ben presto ricca e potente grazie all’appoggio dei sovrani e degli imperatori, in particolare Carlo Magno, del quale si conservano tre pergamene esposte nel percorso museale. Nel 756 accolse le spoglie di san Silvestro I papa e da allora è a lui dedicata. Oltre a lui, qui riposa anche il santo papa Adriano III. L’attuale edificio è dell’XI secolo dall’inconfondibile aspetto romanico, esempio tra i più alti di questa architettura nell’Italia settentrionale.

Il Museo benedettino e diocesano è accolto negli spazi che un tempo ospitarono l’antico complesso monastico, poi il Seminario abbaziale, fondato da san Carlo Borromeo durante il periodo in cui fu abate commendatario.

CHE COSA VEDERE

Due sono le parti attraverso cui si articola la visita: la prima è quella diocesana, che raccoglie diverse testimonianze storico-artistiche delle chiese dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola. La seconda è quella legata alla millenaria storia dell’Abbazia di Nonantola. Della parte benedettina si ricordano le insigni reliquie del legno della Santa Croce, i reliquiari dei santi nonantolani, gli sciamiti bizantini, i codici medievali fabbricati dai monaci nel lavoro dello scriptorium (l’Evangelario di Matilde di Canossa, il Graduale o Cantatorio, l’Acta Sanctorum), le pergamene di Carlo Magno, Matilde di Canossa e Federico Barbarossa. La parte diocesana ospita dipinti dei più celebri e talentuosi pittori emiliani: Guercino, Ludovico Carracci e altri ancora.

VISITA DIGITALE ALL’ABBAZIA E AL MUSEO

I tempi mutano e le tecnologie si aggiornano, coinvolgendo la quasi totalità dei settori della nostre vite. Anche gli ambiti della valorizzazione e della fruizione del patrimonio storico ed artistico non possono rimanere immuni in questo processo. La strada è quella di applicare strumenti digitali ai monumenti ed alle opere d’arte per permetterne una più intuitiva lettura, senza dimenticare il senso più profondo che essi custodiscono, vero elemento di continuità con il passato.

Con questo spirito l’Abbazia di Nonantola ed il Museo benedettino e diocesano d’arte sacra hanno cominciato un nuovo percorso di divulgazione che accompagni il visitatore – ma anche il fedele ed il pellegrino – in una maggiore comprensione del luogo e nella scoperta dei tesori che esso racchiude gelosamente da 1.300 anni.

L’Abbazia di Nonantola ha presentato il progetto “Per una visita digitale. Nuovi strumenti al servizio dei visitatori”. Il progetto digitale (abbazia, museo e patrimonio archivistico) è stato reso disponibile sia in abbazia sia online nel sito internet istituzionale dell’Abbazia di Nonantola e nel sito dell’autore Marco Stucchi.

FOTOGRAFATI ANCHE I CODICI

Immagini percorribili a 360° ed immagini di dettaglio ad altissima risoluzione accompagnano il visitatore in una straordinaria visita alla scoperta del complesso abbaziale; inoltre tutto il percorso di visita è arricchito da numerosissime schede di dettaglio per gli approfondimenti di natura storica e scientifica, in lingua italiana e in lingua inglese.

Il progetto sopra esposto dell’Abbazia e del Museo Diocesano si completa e si arricchisce con un progetto di digitalizzazione realizzato l’anno precedente dedicato al ricchissimo patrimonio archivistico custodito nell’Abbazia modenese. Alcune delle più importanti pergamene e pagine dei tre codici nonantolani ancora presenti in abbazia (l’Acta Sanctorum, il Graduale e l’Evangelistario detto “di Matilde di Canossa”) sono stati fotografati ad altissima definizione e resi disponili per una consultazione elettronica sia all’interno dello stesso museo attraverso un pannello touch-screen, sia attraverso il web.

Fonte: | Tempi.it

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