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Vi spieghiamo perché la rieducazione fuori dal carcere funziona (e va incentivata)

Il Governo apre a Papa Francesco sui detenuti meritevoli. Il cappellano del carcere di Padova: percorsi fuori dai penitenziari per cambiare la loro vita

L’APERTURA DEL MINISTRO

«Le parole del Papa – ha detto il guardasigilli rispondendo alle domande di Bruno Vespa sull’appello del Pontefice per misure di clemenza per i detenuti – potrebbero essere raccolte approvando – ha spiegato – il ddl sul penale che ora è al Senato». Papa Francesco, ha aggiunto il ministro della Giustizia, «non ha parlato di amnistia tout court. Ha detto infatti di tener conto deiDUBBI SULL’AMNISTIA

Già in un’intervista ad Avvenire (7 novembre) Orlando, aveva espresso dubbi sulla possibilità di un’amnistia: «La praticabilità politica di un provvedimento di clemenza è ardua: per l’amnistia occorrono i due terzi del Parlamento. Ciò detto, quando lo si è fatto in passato, la deflazione è durata poco. Servono interventi strutturali ed è ciò che stiamo facendo».

IL PENSIERO DEL PAPA

Il Papa invece aveva lanciato il suo ultimo appello durante l’Omelia che ha tenuto nella basilica vaticana durante la celebrazione del Giubileo dei carcerati (Il Fatto Quotidiano, 6 novembre). C’è «una certa ipocrisia – aveva affermato Francesco – che spinge a vedere in voi solo delle persone che hanno sbagliato, per le quali l’unica via è quella del carcere. Non si pensa alla possibilità di cambiare vita, c’è poca fiducia nella riabilitazione. Per questo chiedo un atto di clemenza» verso quei carcerati ritenuti idonei.

Fonte: Aleteia.org

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