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LA SPEZIA “Terra di Maria” il docu-film di Juan Manuel Cotelo a PEGAZZANO

Torna alla Spezia “Terra di Maria”, il docu-film di Juan Manuel Cotelo, già famoso per il documentario “L’Ultima Cima”. Il film sarà proiettato a Pegazzano, nell’oratorio della chiesa parrocchiale di San Michele, martedì 5 luglio alle 21.
Il film racconta l’investigazione condotta da un’organizzazione spagnola in un mondo oscuro, tagliato fuori dai riflettori mediatici. E’ il mondo di un popolo – variegato e sparpagliato in ogni angolo della terra – di chi, ancora oggi, all’inizio del Terzo Millennio, sostiene di credere in un Dio creatore, di parlare con gli angeli, di vivere in pellegrinaggio verso una realtà ultraterrena e di camminare sotto il manto di una donna celeste, che “ben pochi dicono di aver visto”, ma che “tutti chiamano Madre”.
La missione porta l’agente Cotelo – attore, regista e produttore –ad incontrare una varietà di persone, incredibili ma tutte vere. Il primo è John Rick Miller, imprenditore newyorchese, già ateo militante e consigliere del governo Usa, che oggi incontra i leader mondiali per proporgli di consacrare i loro Paesi a Gesù e alla Madonna. A Guadalajara (Messico), l’infermiere geriatrico Salvador Íñiguez passa le notti incontrando i frequentatori di bordelli. A prostitute e travestiti dona copie della Bibbia e corone del Rosario. «Dio non ha figli preferiti – spiega a Cotelo -. Gesù non viene a giudicarci ma ci mostra un amore incondizionato. Non voglio che queste persone muoiano senza saperlo».

L’inchiesta porta l’agente Cotelo anche attraverso la giungla di Panama, per incontrare Don Francisco, chiamato da Dio a costruire una missione dove dedicarsi ai poveri, alle donne e ai bambini che avevano subito abusi di ogni genere. Grazie a tale aiuto, migliaia di persone sono riuscite a ricominciare una vita. Qual è il segreto di don Francisco? “La Cristo-terapia”: sia don Francisco sia i suoi protetti trascorrono infatti ore davanti al Tabernacolo in adorazione dell’Ostia consacrata. «Io non faccio niente, la colpevole di tutto è Maria», commenta il sacerdote.
Amada Rosa Pérez è una top model di Bogotà. Per non rovinare la rapida ascesa nel mondo dello spettacolo, abortisce più volte. «Mi dissero che avere dei figli avrebbe rovinato la mia carriera, ma non mi parlarono delle terribili conseguenze che derivano dall’ucciderli: depressione, ansia, incubi… e la voglia di togliermi vita». Amada Rosa cerca la felicità nello yoga, nel reiki, nel feng-shui, nei tarocchi. Finché un giorno entra in una chiesa e finalmente si disseta con le parole della Scrittura: “Venite a me voi che siete oppressi, e io vi ristorerò”. «Confessai i miei peccati e raggiunsi la pace tanto cercata. Qualcuno dirà che sono pazza, ma la verità è che sono felice».

Da alcuni indizi, l’agente Cotelo capisce infine di doversi recare a Medjugorje, dove incontra, tra gli altri, la giovane padovana Silvia Buso. «Chiesi alla Madonna di avere la forza per poter accettare la carrozzina: avevo 17 anni e un futuro da paraplegica mi ha sempre spaventato tantissimo». Miracolosamente, la ragazza riprende a camminare. «Ma soprattutto è cambiata la mia vita e quella della mia famiglia, che ogni giorno si riunisce in preghiera per lodare il Signore e ringraziare la Vergine Maria. La grazia più grande che Dio mi ha donato, infatti, è stata la conversione mia e della mia famiglia».

 

 

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