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LA SPEZIA – Grande festa in cattedrale per la Solennità di Cristo Re

Grande festa oggi in cattedrale alla Spezia per la Solennità di Cristo Re. «Oggi celebriamo Nostro Signore Gesù Cristo, re dell’universo», ha detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti nell’omelia. «Il Suo regno non è di questo mondo – ci ha detto Gesù -. Ma questo non significa che non regni qua, anche nelle contraddizioni della nostra storia. Anzi, solo guardando a Cristo possiamo vedere la pienezza dell’umanità. Questo significa, però, che il suo regno è essenzialmente diverso dagli altri. Si fonda sulla verità e sull’amore, e richiede l’adesione libera di ognuno. Dobbiamo essere servi, o meglio amici, di quella Parola che scende su di noi».

Il vescovo ha invitato i fedeli a porre attenzione al triplice segno di croce – sulla fronte, le labbra e il cuore – che compiamo ogni domenica prima della proclamazione del Vangelo. «E’ un gesto che compiamo quasi meccanicamente, ma indica la regalità di Cristo, che non è condanna, ma salvezza».

«Gesù regna nella mente se la libera dall’errore, dalla falsità, dalle tenebre. Bisogna osservare la Parola non come una norma fredda. “Chi mi ama osserverà la mia parola”. La Parola, dice Gesù, va collegata al verbo “amare”, non a quello “temere”. I suoi comandamenti, allora, diventano senso di vita. Amando, permetteremo a Gesù di regnare, nel nostro modo di fare, pensare e parlare. “Io sono la via, la verità, la vita”. “La verità vi farà liberi”, non sciolti da vincoli, ma liberi per compiere il bene».

Poi viene il segno di croce sulle labbra. «Il vostro parlare sia “sì, sì, no, no”. Spesso, quando utilizziamo più parole, non lo facciamo per spiegarci meglio, ma per evitare di essere chiari. Serve, invece, una parola capace di dire “bene” al bene, “male” al male, anche quando ci rimetti. Gesù deve regnare nella mente e nella parola, che è strumento di comunione, mentre spesso diventa fonte di ambiguità».

Infine, il segno di croce sul cuore. Perché «se impariamo ad amare la Sua Parola, impariamo anche a donarLo agli altri. Se accolgo Cristo che regna in me, questo fatto cambia la vita. Divento testimone e discepolo. Così, Cristo può finalmente regnare, non come i potenti del mondo, ma nell’amore».

Riprendendo l’invito del Papa, Palletti ha esortato ad essere una Chiesa in uscita, ma «che cosa possiamo portare nel mondo, se non ci lasciamo illuminare dal Vangelo? Solo illuminati dalla Parola di Dio saremo capaci di uscire verso gli altri, con la nostra fragilità, ma nella regalità di Cristo».

Monsignor Palletti ha concluso l’omelia sottolineando che la cattedrale della Spezia è dedicata proprio a Cristo Re. «È bello che il cuore della nostra diocesi sia Cristo Re, che regna su ognuno di noi».

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