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Libertà di coscienza, punita la consigliera veneta che ha votato contro il fine vita

Il segretario provinciale di Verona Franco Bonfanti ha revocato l’incarico di vicesegretaria ad Anna Maria Bigon. Castagnetti: «Sconcertante». Delrio: «Un brutto segno». Per i dem Lepri e Costa «decisioni irragionevoli»

Con una email il segretario provinciale di Verona del Pd ha revocato l’incarico di vicesegretario ad Anna Maria Bigon, la consigliera regionale veneta che si eras astenuta provocando la bocciatura della proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito. Dietro la proposta di legge, appoggiata anche dal govrnatore Zaia, c’era una componente bipartisan. Sarebbe bastato che tutti i dieci consiglieri del Centrosinistra, alleata per l’occasione con una parte del Centrodestra, votassero in blocco e sarebbe passata. Ma la consigliera si è astenuta, provocando l’ira dei vertici. La capogruppo dem Vanessa Camani si è sfogata sui social parlando di «occasione mancata». Anche la segretaria Elly Schlein l’ha definita «una ferita». Furente anche il vicesegretario regionale, che ha sparato ad alzo zero su chi oppone la libertà di coscienza di fronte agli ordini di scuderia del partito. E ora la decisione del segretario provinciale Franco Bonfanti di revocare da vice la Bigon. «Ciò che i nostri iscritti ed elettori ed io stesso non ti perdoniamo», scrive Bonfante, «è il fatto che non hai ritenuto di adottare la scelta alternativa – uscire dall’aula – che ti avrebbe comunque permesso di conciliare la libertà di coscuienza con il senso di responsabilità verso una larga comunità che ti ha eletto». Non solo, ma Bonfante annuncia provvedimenti ulteriori in vista della riunione della direzione provinciale del prossimo 5 febbraio.

«Ciò che sta accadendo nel Pd di Verona è a dir poco sconcertante», ha commentato a caldo Pierluigi Castagnetti, uno deri padri nobili dei cattolici democratici nel Pd. «Anche perché dubito che il tutto avvenga all’insaputa di organi “superiori”. In ogni caso è rivelatore di una cultura del rispetto della libertà di coscienza di una propria tesserata che, in veste di consigliera regionale, ha osato avvalersi del diritto che la Costituzione riconosce a tutti i legislatori di non essere sottoposti a vincolo di mandato».

Quanto alla diretta interessata, ricorda che l’articolo uno dello Statuto del Partito democratico al comma otto recita testualmente: Articolo 1 comma 8 dello Statuto: «Il Partito democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica».

«Sono nel Pd non per avere l’incarico di vicesegretario ma per i principi e valori che lo statuto sancisce e che vorrei fossero riconosciuti», ha replicato la consigliera Bigon, avvocato, mamma di due figli. «Ribadisco che la scelta di garantire diritti ai malati deve essere fatta in maniera diversa, con leggi nazionali o delibere sanitarie regionali specifiche,  per evitare diritti diversi ai cittadini , a cui va garantita in ogni caso la qualità delle cure palliative. Le cure palliative sono uno strumento per la vita, per l’alleviamento delle sofferenze dei malati, per un loro libero esercizio su modi e tempi di conclusione della propria vita. Mi è stato chiesto di uscire dall’aula. Credo che la libertà di scelta che il Partito democratico prevede, consente l’espressione di un libero pensiero e non soltanto quando esso è ininfluente. Se fossi uscita, anziché astenermi al voto, avrei ridotto il mio comportamento alla dimensione di pura testimonianza». Secondo la consigliera del Pd  «la giunta Zaia ha sbagliato e la destra non sceglie la via maestra in Parlamento. Forse come Pd dovremmo parlare dei 25 voti mancati a Zaia più che della mia astensione».

Per l’ex ministro dem Graziano Delrio è «un brutto segno».«La scelta da parte del segretario Pd di Verona di revocare ad Anna Maria Bigon la delega di vicesegretaria provinciale, nonché l’annuncio di una ‘direzione processo’ appaiono irragionevoli», scrivono anche Stefano Lepri e Silvia Costa, del Pd. Una decisione che inoltre «segnala una grave incapacità di tener conto dei seguenti elementi: la libertà di coscienza è garantita espressamente dallo Statuto del Pd. Quindi risulta in torto chi non rispetta tale indicazione». Inoltre, «l’idea che un legislatore debba trovare una modalità (uscita dall’aula) di manifestare il suo dissenso per ragioni di coscienza, tale da favorire l’approvazione di un provvedimento dubbio, può essere pensata solo da chi non conosce il diritto soggettivo costituzionalmente garantito del ‘senza vincolo di mandato. La decisione della consigliera Bigon è stata peraltro presa senza alcuna certezza che il suo voto potesse risultare decisivo; la proposta di legge regionale era a forte rischio di incostituzionalità, trattandosi di diritti soggettivi inviolabili, la cui regolazione è di chiara competenza legislativa dello Stato; un’eventuale normativa regionale, quand’anche (assai improbabile) fosse alla fine considerata legittima, determinerebbe una legislazione differenziata, cosa irragionevole in nome del principio di uguaglianza tra i cittadini». Ed ancora, scrivono i due esponenti del Pd, «risulta inaccettabile aver impedito a Bigon di presentare emendamenti, quasi che una proposta di legge di iniziativa popolare potesse essere presa a scatola chiusa; la sentenza della Corte costituzionale è già stata presa in considerazione nella scorsa legislatura dal Pd, trovando sintesi in una proposta di legge di sua iniziativa, votata da tutto il suo gruppo alla Camera. Tocca quindi ai gruppi parlamentari sollecitare il ritorno della discussione sulla nostra proposta, ripresentata a prima firma Bazoli, non ad altri». Quindi concludono: «Per queste e altre ragioni il segretario provinciale non ha alcuna fondata ragione per assumere una tale decisione. Chiediamo pertanto ai segretari regionale e nazionale di intervenire prontamente. In ogni modo assicuriamo il pieno sostegno politico ad Anna Maria Bigon».

Fonte: Francesco Anfossi | FamigliaCristiana.it

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