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Il racket ideologico di Stonewall, la più grande lobby lgbt inglese

Il Times e il podcast di due giornalisti della Bbc mettono sotto accusa l’organizzazione per l’eccessivo condizionamento che esercita sulle istituzioni del paese.

Qualcuno nel Regno Unito mette in discussione l’egemonia di Stonewall, la più importante organizzazione lobbistica LGBTQ+ d’Europa e la più influente nella vita pubblica britannica. A guidare la rivolta sono il quotidiano The Times e due giornalisti della sede di Belfast della Bbc, David Thompson e Stephen Nolan, autori del podcast in 10 episodi Nolan Investigates Stonewall, caricati su Bbc Sounds. Entrambi criticano l’organizzazione per l’eccessivo condizionamento che sta esercitando sulle istituzioni del paese e l’arrendevolezza di queste ultime.

Sesso, non genere

Il Times lamenta che la Financial Conduct Authority (Fca), l’ente che regola il settore finanziario, abbia emanato “linee guida per la diversità” che riflettono acriticamente l’ideologia genderista dell’organizzazione LGBTQ+. In base a tali linee guida ogni compagnia quotata in Borsa dovrà dichiarare la percentuale di donne che siedono nel suo Consiglio di amministrazione, basandosi sull’identità di genere e non sul sesso. Tale identità può essere dichiarata in qualsiasi momento. L’Fca raccomanda che almeno il 40 per cento dei posti nei Consigli di amministrazione sia ricoperto da donne, ma secondo le sue stesse linee guida non si tratta necessariamente di donne biologiche.

Tali indicazioni riflettono il punto di vista di Stonewall, il cui fiduciario capo, Sheldon Mills, è diventato direttore esecutivo di Fca per il settore Consumatori e concorrenza nel 2018. «Lo sforzo per condizionare ogni compagnia ad agire secondo regole pensate in conformità con gli auspici di Stonewall è contrario alle leggi vigenti», scrive il Times. «L’Equality Law del 2010 riconosce solo il sesso legale, non l’identità di genere, e non esiste nella legge britannica il diritto di autodichiarare il proprio sesso. Le linee guida della Fca rischiano pertanto di mettere in rotta di collisione le compagnie coi loro dipendenti che hanno caratteristiche protette sulla base delle leggi sull’uguaglianza esistenti, i quali potrebbero sostenere che i loro diritti sono stati violati».

Pressioni lobbistiche

Il giornale allude alle donne biologiche, che in base all’Equality Act del 2010 potrebbero fare causa all’azienda se questa accettasse di qualificare come donne i maschi biologici che si dichiarassero tali.

«La verità», prosegue il Times, «è che Stonewall ha esercitato intense pressioni lobbistiche per cambiare la legge, ma è stata bloccata dalla reazione dei critici che hanno messo in guardia dai pericoli che corrono le donne se si permette che l’autoidentificazione del sesso prevalga sul sesso biologico. Adesso pare che riesca nei suoi intenti nonostante tutto, persuadendo i datori di lavoro ad adottare i suoi programmi. La Fca ha ripetutamente rifiutato le richieste, formulate sulla base della Legge sulla libertà di informazione, di fornirci la sua corrispondenza con Stonewall. Ma la transizione di quest’ultima organizzazione da attivisti senza paura a bulli ideologici appare completa. Il loro condizionamento sugli altri deve essere ora spezzato».

Denaro pubblico

«L’Indice di uguaglianza sul posto lavoro di Stonewall», spiega il Times, «è stato parte integrante dello sforzo per indirizzare i datori di lavoro verso pratiche non discriminatorie. È ironico che l’indice sia ora usato come uno strumento per eliminare la diversità. Questo giornale ha descritto in passato come Stonewall abbia fatto un uso abusivo dell’indice di uguaglianza per costringere enti finanziati con denaro pubblico alla conformità con le sue discutibili convinzioni in materia di identità di genere. È stato il biasimo di Stonewall per l’uso di parole come “madre” nelle politiche governative sulla maternità che ha portato a interventi bowdleriani (nell’Ottocento Thomas Bowdler fu incaricato di depurare le opere di Shakespeare dei termini che potevano offendere il senso del pudore – ndt) come “dipendente in stato di gravidanza” e “genitore che fa nascere”».

Il racket di Stonewall

Il podcast Bbc di Thompson e Nolan, invece, riassume la loro inchiesta sull’influenza sproporzionata che Stonewall esercita su enti pubblici come i parlamenti scozzesi e gallese, la Ofcom (l’ente regolatore dei media britannici) e la stessa Bbc, che si è negata alle richieste di documentazione dei due, così come Stonewall che ha declinato tutte le richieste di documenti e di interviste.

Inoltre rivela che negli ultimi mesi alcuni enti (come Ofcom e la Equality and Human Rights Commission) hanno abbandonato il programma Diversity Champions di Stonewall per non apparire ideologicamente parziali.  Come ha scritto Joanna Williams su spiked-online.com, «La tesi centrale della serie – che istituzioni pubbliche di fondamentale importanza sono state “catturate” da Stonewall – è ben argomentata. Gli enti possono entrare nello Stonewall’s Workplace Equality Index e pagano per far parte del suo programma Diversity Champions. Dopo aver dato i loro soldi a Stonewall, sono valutati e classificati in base a quanto bene promuovono l’inclusività dei trans. Viene loro offerta formazione per meglio adempiere agli standard di Stonewall e assicurarsi una classificazione migliore nell’indice negli anni seguenti. Agli ascoltatori restano pochi dubbi che questo racket non solo rappresenta una grossa fonte di entrate per Stonewall, ma mette le organizzazioni in una posizione compromettente. Organizzazioni come il regolatore dei media Ofcom e la Bbc non possono pretendere di essere imparziali nelle loro azioni e produzioni quando producono programmi, o regolano quelli di altri, in conformità alle richieste di un potente gruppo lobbistico».

Effetto intimidatorio

Fra gli esempi di mancanza di imparzialità della Bbc dovuti alla sua subalternità ai programmi di Stonewall viene citato il fatto che un alto dirigente del dipartimento Diversità e Inclusione della Bbc ha definito nelle comunicazioni interne gli attivisti dell’organizzazione come «gli esperti in materia di uguaglianza sul posto di lavoro per le persone LGBTQ+», come se le loro posizioni fossero le uniche ammissibili, e l’esistenza di un documento interno della Bbc che definisce gli omosessuali «persone di entrambi i sessi che sono attratte da persone dello stesso genere», quando la definizione più diffusa resta quella che gli omosessuali sono attratti da persone del loro stesso sesso.

Viene raccolta anche la dichiarazione di una giornalista investigativa che ha lasciato la Bbc dopo 25 anni di servizio, Sam Smith: «Come può tutto ciò non avere un effetto intimidatorio quando dappertutto alla Bbc è scritto a lettere cubitali che siamo un campione di Stonewall? Non c’è nient’altro per cui la Bbc si sia compromessa allo stesso modo. (…) Il problema in tutto ciò è l’imparzialità nei confronti di coloro che non si riconoscono nelle posizioni che alimentano le campagne di Stonewall sull’identità di genere».

Fonte: Rodolfo CASADEI | Tempi.it

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