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Il cerchio si stringe su Facebook

Dopo gli scandali, il blackout, Facebook sta affrontando il momento più critico della sua storia e forse si avvia alla fine. L’amministrazione Biden, che aveva tenuto particolarmente d’occhio da tempo le Big Tech anche con leggi che, in teoria, dovrebbero limitarne lo strapotere, aveva messo da tempo il colosso di Mark Zuckerberg nel mirino.

A dargli una mano il Wall Street Journal, che il mese scorso ha pubblicato una serie di documenti interni all’azienda che ponevano interrogativi sul progetto per il nuovo social destinato ai bambini.

Facebook sotto tiro

Nei documenti, i danni che tale social avrebbe provocato ai piccoli e la decisione di andare avanti per non perdere il lucroso business. Uno scoop che ha costretto Zuckerberg a “una pausa di riflessione”, come da comunicato dell’azienda.

Un dietrofront che però non ha convinto tanti, come scriveva Chrisitine Emba sul Whashington Post: “I critici di Facebook potrebbero essere tentati di celebrare questa pausa come una vittoria, ma non dovrebbero. Instagram Kids tornerà in una forma o nell’altra. I suoi vertici ne stanno già gettando le basi: ‘La realtà è che i bambini sono già online’, ha scritto Adam Mosseri (capo di Instagram)…’e crediamo che sviluppare esperienze adeguate all’età […] sia molto meglio per i genitori rispetto a quel che gli riserva la realtà in questo momento”.

Insomma, FB non ha ceduto affatto, secondo la Emba. Né, si potrebbe aggiungere, ha percepito il segnale di cui era stato fatto segno, dato che l’attacco non proveniva da qualche sito alternativo, ma dal giornale della grande finanza.

Così il WSJ ha ripreso a martellare, pubblicando altri documenti interni inviati al giornale da Frances Haugen, ex dirigente dell’azienda, che rivelano come il lucro abbia avuto sempre la meglio sui dubbi riguardanti la sicurezza e l’opportunità di alcune iniziative (la scoperta dell’acqua calda…).

Godzilla e il blackout

A pochi giorni da questo scoop, il blackout che per ore ha lasciato il mondo senza Facebook, Instagram e WhatsApp. Un problema tecnico, come da comunicato aziendale, ma forse anche no, data la coincidenza.

Ne è convinto, ad esempio, J. D. Vance, candidato per l’Ohio per i repubblicani, che ha twittato: “Sono certo che dentro Facebook stanno succedendo cose losche”.

Non si tratterebbe, dunque, di un errore, ma di un sabotaggio. A riferire tale commento è Kara Swisher che, sul New York Times, spiega come a pagare la campagna elettorale di Vince sia Peter Thiel, “membro del consiglio di amministrazione” di FB…

Rilievo simpatico, ma che non fuga i dubbi. Detto questo, e al di là, non stupisce che, in tale clima, la Frances sia stata convocata “con urgenza” al Senato per riferire sulla sua ex azienda.

Insomma, come scrive Kevin Roose sul Times, Facebook sta vivendo “un declino lento e costante che può essere registrato da chiunque abbia visto da vicino un’azienda morente. È una nuvola di terrore esistenziale che incombe su un organismo che ha ormai alle spalle i suoi giorni migliori”.

“[…] Questo tipo di declino non è necessariamente visibile dall’esterno, ma gli addetti ai lavori ne percepiscono ogni giorno centinaia di piccoli e inquietanti segni”. Considerazioni che conclude con un’immagine stupenda: “Facebook sembra Godzilla: provoca immani danni, ma inevitabilmente morirà. Il problema è che noi, che nel frattempo ne siamo calpestati, non possiamo aspettare troppo a lungo”.

Il social che ha rivoluzionato il mondo, e che conta tre miliardi e mezzo di utenti, ha accumulato troppo potere: ciò gli ha fatto nemici anche tra i potenti. Ne uscirà a pezzi o ridimensionato.

I pericoli di internet

Ma tutto questo non risolverà i problemi causati da certe derive della rete: i pericoli di internet per i minori, ad esempio, non possono essere circoscritti solo a Facebook.

Sul punto rimandiamo a un studio pubblicato sul Journal of Research Medical Sciences che ha avuto tale esito: “Si registra un’associazione tra sintomi psichiatrici come somatizzazione, sensibilità, depressione, ansia, aggressività, fobie e psicosi […] e diagnosi della dipendenza da Internet”.

E, nelle conclusioni si legge: “Una grande percentuale di giovani soffre degli effetti negativi della dipendenza da Internet. È necessario che psichiatri e psicologi siano consapevoli dei problemi mentali causati da tale dipendenza”. E questo vale anche per le famiglie…

Non per nulla la Cina ha imposto correttivi, se si vuole forse troppo stringenti, all’uso del web da parte dei bambini, ai quali è consentito giocare solo tre ore alla settimana. Non solo: le piattaforme che offrono giochi dovranno essere “collegate a un sistema anti-dipendenza gestito dallo Stato”, ed è stato notificato “che tutti gli utenti accedano con un’identità reale” (Wired).

Una misura, quest’ultima, di grande civiltà: dietro l’anonimato si celano, a volte, personaggi oscuri e troppo spesso gli haters, ormai trattati come fenomeno folkloristico nonostante la loro evidente tossicità.

Da ultimo, va registrato che il recente blackout di FB ha innescato anche un contraccolpo geopolitico: dati i danni subiti dall’oscuramento, che potrebbero ripetersi in futuro, la Russia sta prendendo in seria considerazione l’idea di costruire una propria infrastruttura internet, uscendo dall’attuale sistema, il cui controllo è appannaggio esclusivo degli Stati Uniti. Un esempio che dovrebbe seguire anche l’Unione Europea, se davvero vuole avere un qualche ruolo nel mondo.

Fonte: Piccolenote.it

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