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ARCHIVIO APERTO/ L’Italia e il mondo raccontati dai film privati e non commerciali

La rassegna Archivio aperto è uno sguardo sul mondo sconosciuto dei film privati e di famiglia, su film amatoriali sorprendenti, su opere e documentari sperimentali e d’artista

Da quando è nata, nel 2002, l’associazione Home Movies di Bologna raccoglie, archivia, digitalizza, proietta o rende disponibili per la fruizione online film di famiglia e film amatoriali, film sperimentali, film indipendenti e documentari. Dal 2007 ha ottenuto dal Comune di Bologna una sede operativa e uno spazio per conservare pellicole e supporti digitali, creando l’Archivio nazionale del film di famiglia riconosciuto d’interesse storico dal ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo e sostenuto dalla Direzione Cinema ed audiovisivo dello stesso Ministero oltre che dagli enti locali. L’archivio custodisce ormai un patrimonio di oltre 30 mila elementi. Si tratta di pellicole in formato ridotto (8 mm, super8, 9,5 mm, 16 mm, Pathè baby) girate tra gli anni Venti e Ottanta del Novecento, e di audiovisivi su supporto magnetico o digitale nei vari formati.

Il patrimonio si accresce continuamente attraverso il deposito presso l’archivio da parte di chiunque lo voglia dei propri film di famiglia e privati. L’Archivio custodisce gli originali, che entrano a far parte di un progetto che vuole documentare la storia e la vita sociale dell’Italia attraverso i documenti audiovisivi prodotti dagli stessi italiani. Dopo aver scannerizzato gli originali una copia in formato mp4 viene restituita agli interessati.

Nonostante il sostegno del Ministero competente, l’Archivio non è molto conosciuto eppure le opere di cui si occupa sono molto più specificatamente culturali dei film o degli audiovisivi commerciali. La produzione audiovisiva individuale e privata è, infatti, un fenomeno caratteristico del Novecento e del secolo attuale e documenta la realtà sociale, la vita quotidiana e, soprattutto, le relazioni umane, in modo spontaneo e, persino, caotico ma senza gli stereotipi o gli schemi preconfezionati del cinema commerciale anche d’autore.

Per far conoscere a un pubblico sempre più vasto l’importanza del patrimonio cinematografico privato e la ricchezza dei suoi contenuti, l’associazione Home Movies organizza dal 2007 una rassegna “Archivio aperto”, giunta alla XIII edizione, che quest’anno, a causa del Covid-19, e della chiusura delle sale cinematografiche, si svolge, con la collaborazione della piattaforma Mymovies.it, esclusivamente online.

L’accesso è gratuito, basta prenotarsi online (sul sito della rassegna https://www.archivioaperto.it o al link https://www.mymovies.it/ondemand/archivio-aperto/). Fino al 6 dicembre si potrà fruire in streaming, senza limiti di tempo, di un programma ricco di sorprese e curiosità. Nella sezione Cine-eccentrici, sarà possibile vedere le principali opere di Mauro Mingardi, un filmaker indipendente, stimato da Roberto Rossellini, che realizzava film di ogni genere il cui unico difetto era di usare formati (8 mm e super8) che ne impedivano, all’epoca, la regolare distribuzione. La vicenda biografica di Mingardi è raccontata nel documentario Un western senza cavalli, mentre sono disponibili nella sala virtuale di Mymovies.it le seguenti opere: Vita d’artista, Il tempo nel muro, Raptus, Alla ricerca dell’impossibile, Gli usignoli di Rellstab. “In ogni inquadratura si vede – come dice la presentazione dell’autore sul sito – il piacere di fare cinema, anzi di fare grande cinema anche con mezzi e formati minimi, ma con grande fantasia, senza nessun vincolo e in assoluta autonomia e libertà”.

Viene poi resa disponibile per tutti la monumentale opera del documentarista David Perlov Diary (6 parti e un incontro con l’autore) che racconta la storia di Israele dal 1973 al 1983 attraverso la vita della sua famiglia. Diary si apre con riprese dalla finestra di casa a Tel Aviv e con queste parole: “Maggio 1973, compro una cinepresa. Voglio filmare da solo e per me stesso. Il cinema professionale non mi attrae più. Cerco qualcosa d’altro. Voglio avvicinarmi al quotidiano. Soprattutto, nell’anonimato. Ci vuol tempo per imparare a farlo”.

Vengono presentati nella sezione Fantastic Stories alcuni film realizzati da ragazzi terribili a New York che si divertivano a fare film di genere, horror, splatter, fantascienza, sperimentando anche le tecniche d’animazione che poi, da adulti, useranno professionalmente. I tre film/antologie, trovati in un archivio italo-americano da Home movies sono: The shape of things to come, It’s a bird, Experiment 2001: a failure (quest’ultimo è addirittura una parodia di 2001: Odissea nello spazio) .

La sezione Un binomio fantastico vuole essere un omaggio a Gianni Rodari in occasione del centenario della nascita. Raccoglie diversi film in super8 che documentano gli incontri di Rodari con insegnanti durante corsi di formazione organizzati negli anni 70 in Emilia. Da quegli incontri unici e straordinari nacque un testo ormai di fama internazionale: Grammatica della Fantasia. Archive Docs presenta 4 documentari tutti realizzati ricorrendo ai materiali degli archivi di famiglia. Experimental Art invece presenta film sperimentali realizzati da autori anche affermati o giovani filmaker he volevano uscire dai limiti della tela o fare esperienze di cinema radicale. Vengono presentati 6 film che documentano un momento di fermento culturale irripetibile dalla meta degli anni ’60 alla fine degli anni ’70.

Recycled Cinema si focalizza su produzioni sperimentali italiane che lavorano con le immagini d’archivio. Presenta 4 film tra cui Supereroi senza poteri, proiettato nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia, e Le Storie che saremo, un film collettivo (non del solito regista famoso che si fa bello con i filmati altrui) sull’isolamento all’epoca del Covid-19. Infine. la sezione Archives Bytes presenta 6 film sulla storia del cinema e del video amatoriale, documenti filmici d’archivio e documentari di particolare interesse storico.

Tutto il programma sarà accessibile in streaming gratuito fino al 6 dicembre.

Fonte: Ugo Baistrocchi |  IlSussidiario.net

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