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«Siete fatti d’infinito»: la lettera di fine anno di una maestra ai suoi alunni

Al termine del ciclo quinquennale della scuola primaria – caduto per giunta in quest’anno segnato dall’ormai famigerata DAD – un’insegnante si rivolge ai “suoi” bambini rivolgendo loro un sentito “saluto e augurio”.

Bambini miei,
la maestra deve scrivervi una lettera di “chiusura” com’è ormai di tradizione e sinceramente non mi va di farlo, perché non mi piace quest’idea di “fine”: fine dell’anno scolastico, fine del ciclo della primaria, fine delle lezioni, fine degli incontri nella nostra aula reale e virtuale di Meet. Non mi piace tutto questo, non posso negarlo, proprio non fa per me. Così ho pensato che non la scriverò per questo “fine”, ma per continuare a dirvi quello che penso e che porto nel cuore per voi.

Sapete che la maestra non ha mai fatto una cosa controvoglia o nella quale non crede fermamente – bella testa dura è la vostra maestra -, per questo non lo farò neppure questa volta, perché non credo che la scuola possa mai finire. Eh sì, la scuola reale, quella degli sguardi, delle chiacchierate di storia, dei viaggi di geografia, degli esperimenti di scienze, delle rime buffe e storte inventate per giocare con la lingua italiana, delle tabelline cantate, urlate e poi subito dimenticate, dei colori di Monet, Renoir, Van Gogh, della ricerca del senso di tutto, delle risate e dei rimproveri, delle regole dimenticate e delle punizioni, delle situazioni buffe, della ricerca del bene e del male, del vero e del falso, dell’uomo e della donna autentici, ecco, questa scuola reale che abbiamo vissuto insieme, vi dico, non finirà mai.

Mi potrete chiedere: «Maestra, ma noi non ci vedremo a settembre, andremo tutti in scuole diverse e frequenteremo altre lezioni, come può essere che qualcosa non finisca e non inizi qualcos’altro? Poi, lo dicevi proprio tu in classe che “per tutto c’è un limite”, che cosa ci stai dicendo ora?» Bene, vi spiego subito: vi sto parlando di ciò che si nasconde dietro a tutto quello che abbiamo vissuto e imparato insieme, di questa scuola vi sto parlando. Dell’atteggiamento autentico verso il mondo, la vita, le persone, questo non avrà mai fine. L’apertura di spirito che avete appreso resterà in voi coniugata sempre al  presente indicativo, dovrete essere forti nel non farvela rubare da nessuno. Non vi rassegnate alla mediocrità dei costumi, dei modi di fare di alcuni, fossero anche molti, cercate sempre la vostra originalità. Proseguite il cammino di scoperta di voi stessi, poiché è il viaggio più affascinante che possiate compiere e che non avrà una fine, non perché ciò sia una condanna a non trovare l’approdo, ma perché siete fatti di infinito e non si potrà mai dire concluso il vostro viaggio.

Nella nostra aula non siamo mai stati prigionieri delle mura che ci hanno circondato e accolto, non siamo mai stati realmente dentro un edificio, perché eravamo troppo concentrati nel conoscere e nel provare delle emozioni. Eravamo troppo impegnati a vivere, come corpi celesti in viaggio nell’universo.

Ricordatevi che ciascuno di voi è speciale per quello che è, non è vero che si deve correre per ricoprire i primi posti in tutti i luoghi, ciascuno deve trovare il proprio posto nella vita e deve impegnarsi ad essere felice e a rendere felici gli altri. La vita non è una corsa, ma una lunga passeggiata, durante la quale si devono ammirare i paesaggi che si incontrano, ricercarne di nuovi e saperli condividere con altre persone, intrattenendo con loro lunghe chiacchierate.

La vita è un tempo meraviglioso che ci viene donato e che va assaporato insieme alle persone ma proprio insieme a tutte le persone che si incontrano lungo il cammino, perché da ciascuna di loro impariamo qualcosa. Alcune, spero tantissime, vi faranno capire che cos’è l’amore ed altre invece che cosa significa affrontare degli ostacoli, ma voi dovrete essere grati per entrambe, perché le prime vi faranno entrare nel profondo di voi stessi attraversando la via della tenerezza, le altre vi aiuteranno a scoprire dentro di voi delle capacità e una forza interiore che non immaginavate di possedere e questo per superare gli ostacoli che vi avranno messo dinanzi. Siate sempre grati per tutto, perché tutto può essere trasformato da voi nel bene se realmente lo vorrete.

Non vi dimenticate mai di sognare, perché i sogni, quelli veri in cui si crede sinceramente, si avverano. Anch’io quando avevo la vostra età avevo un sogno: desideravo essere un’insegnante sempre sui libri e tra i suoi alunni, perché volevo qualcuno con cui condividere lo stupore delle cose meravigliose che il sapere ci offre. Ebbene, il mio sogno si è realizzato quando sono diventata “grande”, ma non avrei mai immaginato che la realtà sarebbe stata più bella del mio sogno: perché voi siete migliori di ogni possibile sogno!

Una volta, mentre vi guardavo giocare nei campetti della scuola, Myriam scoprì che stavo pregando e, nonostante fosse venuta da me per chiedermi qualcosa, mi disse che non voleva disturbarmi. Vi dico questo bambini perché è vero, per ciascuno di voi la maestra ha pregato. Non posso pensare che sia stato il “caso” a farci incontrare, bensì la Provvidenza e a quella stessa Provvidenza ho chiesto per voi una continua vigilanza. Vi ho parlato tanto di Dio, ma l’ho fatto perché capiate innanzitutto una cosa: affinché le piccole cose, o le parti di un intero, abbiano in se stesse un senso, è necessario che ci sia di tutto, o dello stesso intero, il Senso e Dio è il senso di questo intero.

Vi ho parlato sempre così, un po’ come foste già grandi e un po’ da piccoli come siete, per questo alcune frasi di questa lettera possono risultarvi difficili, ma conservatela e rileggetela ogni volta che ne sentirete il desiderio e vedrete che capirete sempre di più, perché la maestra sta parlando all’uomo e alla donna che siete e che diventerete.

Vi lascio questa verità che ho capito nella mia vita e che custodisco nel mio cuore: desiderate sempre il bene in ogni momento, soprattutto quando implicherà  degli svantaggi e non lasciate indietro nessuno. Aiutate chi si trova in difficoltà, schieratevi dalla parte del debole, soprattutto se vedete che sta subendo un’ingiustizia perché, anche se ciò non sarà facile da affrontare, avrete guadagnato per voi stessi l’onore.

Cinque anni fa abbiamo fatto la scelta giusta, abbiamo deciso di accoglierci e volerci bene e questo sarà per sempre. Vi auguro un felice cammino scolastico, io resterò nei vostri ricordi come voi nei miei e quando vorrete, quando lo desidererete, mi troverete sempre e vedrete che la maestra, nonostante il tempo, vi accoglierà e vi farà sentire amati allo stesso modo di quando eravamo in classe.

Questa lettera è per voi, dal profondo del mio cuore

la vostra maestra

Fonte: Aleteia.org

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