«Rispetto per se stessi, rispetto per gli altri, amore per la comunità. Dove i giovani fanno la prima esperienza di verità se non in famiglia?». È la domanda da cui sono partiti Stefano e Vera Zamagni, docenti di economia all’università di Bologna, che ieri a Dublino hanno intrecciato alle loro competenze anche temi sociologici, educativi e spirituali in un dibattito su “Famiglia risorsa sociale”, nel tentativo di spiegare che costruire la famiglia è anche scelta politica. Questo perché il «genoma della famiglia » può essere interpretato da posizioni diametralmente differenti, quello della logica individualista, ma anche quello che riconosce come ogni persona abbia bisogno di buone relazioni per crescere e per completarsi.
La funzione della famiglia è proprio questa ma per assolverla – hanno sottolineato i due esperti – deve conservare un fondamento irrinunciabile, la generatività intesa in senso biologico, na-turalmente, ma anche spirituale. Se è vero tutto ciò, come è vero, «la famiglia è il primo capitale umano e come tale bisognosa di politiche specifiche». Già per Antonio Rosmini – hanno ricordato i coniugi Zamagni – «lo Stato deve ricompensare la famiglia per il beneficio indiretto dato alle virtù domestiche». Sono trascorsi oltre due secoli e l’auspicio rimane largamente disatteso. Una posizione che ha trovato larghi echi durante il dibattito – a cui ha preso parte anche Luigini Bruni, di cui pubblichiamo il testo della relazione a pagina 3 – anche nel contributo offerto dall’economista irlandese Ray Kinsella. Come le relazioni familiari si fondano sulla fiducia, anche capitali sociali e relazioni finanziarie hanno bisogno dello stesso atteggiamento. Il discorso sembra quasi paradossale, ma quelle virtù così essenziali alla vita economica, come a quella politica e a quella sociale, dove si imparano se la famiglia non riesce più ad insegnarle?
Fonte: Avvenire.it
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