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FAMIGLIA E MATRIMONIO – L’invidia delle unioni civili

Il Meeting ha chiuso ieri con l’incontro “Intorno alla famiglia. Di fronte alla realtà per un cammino di ricerca”, organizzata in collaborazione con CEC (The Notre Dame Center for Ethics and Culture). Hanno partecipato Anna Garriga, ricercatore nel dipartimento di scienze politiche e sociali all’Università di Barcellona; Chiara Giaccardi, sociologa dell’Università Cattolica di Milano; Orlando Carter Snead, direttore Center for Ethics and Culture all’Università di Notre Dame, Usa. Ha introdotto Lorenza Violini, docente di diritto costituzionale nell’Università di Milano.

Il titolo non era a caso e diceva della volontà di affrontare positivamente il tema della famiglia. Ne abbiamo parlato con Lorenza Violini. “La famiglia suscita una grandissimo fascino in tutti, ma comporta anche una grande fatica nel sostenere nel tempo la sfida. Abbiamo parlato di matrimonio aiutandoci a capire come vivere rapporti interamente umani e interamente religiosi”.

Parlare di famiglia oggi non è cosa facile visto il dibattito non solo italiano e considerate anche le difficoltà che questo istituto sta vivendo. E questo non fa che confermare l’opportunità di affrontare il tema anche per un aiuto reale a riscoprire la bellezza e la forza della famiglia.

“L’esperienza del matrimonio è umanamente affascinante, tant’è che anche tutte le sentenze che hanno aperto alle unioni civili hanno dovuto riconoscere questo patto di chi vuole riconoscere le cose più preziose, la naturale attrattiva di questa esperienza, i valori positivi di cui è depositaria. E ciò non solo sotto un profilo morale, ma anche sociale” ci ricorda Violini.

Ma la famiglia non vive oggi grandi difficoltà? “Effettivamente i dati dimostrano che questo afflato verso la famiglia fa i conti con le difficoltà che portano ad una situazione drammatica: divorzi e separazioni. L’uomo percepisce l’attrattiva del matrimonio, ma poi fa l’esperienza della mancanza”. Come mai questa contraddizione? “Gli invitati ci hanno aiutato ad approfondire e capire tale questione a partire da più punti di vista: Carter Snead, già membro del comitato di bioetica di Bush, da un punto di vista cristiano, Garriga con elementi statistici e sociologici, Giaccardi partendo da un’esperienza significativa. Centrale è la lettura di don Julián Carrón che afferma che nell’esperienza della famiglia due infiniti si incontrano con due limiti. Niente come l’esperienza della famiglia ci fa sentire il nostro desiderio di felicità e l’impossibilità che venga completamente riempito dall’altro, se non concependo l’altro come segno di chi lo fa, come esperienza religiosa di chi capisce il significato del segno e l’apertura che esige”.

Fonte: Il Sussidiario.net

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