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OLTRE I PROPRI LIMITI: Belle e toste le modelle con la sclerosi multipla

Luci e musica a spazzar via, di colpo, il buio. Sorrisi grondanti gioia a guardare, di nascosto, la sala stracolma. Ansie e adrenalina da… passerella e da venderne. «Non ho pensato a quello che non potevo fare, ma a quel che potevo fare avendo questa malattia», Pinda Kida ha ventisei anni, disegna abiti e stasera è entrata nel suo sogno: venti ragazze con la sclerosi multipla come lei (insieme ad altre non professioniste e volontarie) indossano i suoi vestiti. Per “Call to love for Aism“, che è una sfilata per raccogliere fondi per la ricerca contro la sclerosi, realizzata dall’associazione “Double” per l’”Associazione italiana sclerosi multipla” (Aism). Un centinaio di ragazzi coinvolti, il cui motto è «Barcollo, ma non mollo“, scritto anche sulle magliette.

C’è Cristina, che ha 33 anni e ha scoperto «nel 2012 di avere la sclerosi multipla». C’è Francesca, che «ormai sono una veterana della sclerosi, perché la ho dal lontano 2004». C’è Marina, che sa d’averla «da due anni e oggi mi sento un vulcano». Oltre che belle, sembrano essere anche toste: «Sono molto toste – dice Rosaria Melia, presidente di “Double” – e sono tosti tutti i ragazzi che sono qui stasera, vogliono ottenere quel che desiderano e devo dire che ci riescono. Lo ripeto sempre, teniamoceli stretti».

Cristina è «emozionatissima, ci sto mettendo la faccia per l’ennesima volta», spiega sorridendo. E chissà se Francesca, non avesse avuto la sclerosi, sarebbe la donna che è ora… «Assolutamente no. Giuro! È paradossale dirlo, ma la sclerosi ha tirato fuori il meglio di me!».
Le ragazze sfilano. La passerella s’accende di applausi. «C’è il diritto alla salute, il diritto al lavoro, ma c’è anche il diritto all’inclusione, alla partecipazione attiva, delle persone con sclerosi multipla», sottolinea il presidente dell’Aism Roma, Giancarlo Silveri. Dietro le quinte altre ragazze intanto si cambiano in fretta, fra poco tocca a loro. E l’emozione è difficile da controllare. Marina «è veramente felice, soprattutto perché ho incontrato delle donne splendide».

Tocca a una collezione che Pinda ha disegnato ispirandosi all’arcobaleno, che adesso è manciata di colori gettata sulla passerella. Ci sono anche i bambini, che lì sopra si divertono un mondo. «Quel che puoi sognare, lo puoi fare», sussurra Rosaria.

Poco prima Francesca Baracchi aveva raccontato suo padre, che «ha vissuto trent’anni con la sclerosi multipla e aveva un messaggio che porto sempre con me, perché oggi io ho sfilato con la sua luce nel cuore». Messaggio che è in una frase: «Non conta, ci diceva spesso, che il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto, conta che sia appena un po’… umido».

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