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Adunata Rimini, in archivio la sola denuncia. Ora si chieda scusa gli Alpini

Ricordate i giornali di inizio maggio? A seguito dell’adunata degli Alpini tenutasi a Rimini, era scattata una sorta di gara a chi drammatizzava di più l’accaduto. Più esattamente, si parlava di molte decine di giovani molestate. Addirittura 150, secondo quanto riferivano le fonti femministe, prontamente ripresa da Repubblica e giornali amici. La sigla Non una di meno aveva perfino raccolto un «dossier con oltre 500 segnalazioni di altrettante donne», che sarebbero state molestate dagli alpini a Rimini.

A seguire, un gruppo d’una ventina di deputate del Pd era arrivata a presentare un’interrogazione parlamentare al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, per chiedergli quali azioni intendesse adottare per evitare il ripetersi di «episodi gravissimi». Ora, rispetto a quei fatti – e alla rovente polemica che, come appena ricordato, ne era seguita – Il Timone aveva subito parlato d’un processo sommario e ideologico. Ebbene, per quanto sia anticipato citarsi possiamo dirlo: ci avevamo visto giusto. Risale infatti alle scorse ore la notizia che, rispetto all’unica denuncia effettivamente presentata, la Procura ha avanzato richiesta di archiviazione.

Questo perché, ufficialmente, gli inquirenti, visionate le telecamere – che coprono solo parzialmente la zona dove sarebbe avvenuto il fatto – non sono riusciti a identificare i tre uomini che avrebbero molestato la ragazza che, appunto, aveva sporto denuncia. Sarà. Sta di fatto, ci permettiamo di aggiungere, che se davvero ci fossero state 500 molestie – o anche “solo” 150 –, almeno alcuni responsabili avrebbe dovuto essere individuati, tanto più che le adunate delle Penne nere, come noto, non sono ritrovi di incappucciati bensì di soggetti che, al massimo, sfoggiano il classico cappello da alpino.

Dopodiché, ovvio, non si vuole qui insinuare che a Rimini sia filato tutto liscio né che l’adunata sia stata una sorta di cena di gala. Quasi sicuramente, inutile negarlo, qualche episodio sopra le righe ci sarà stato, per carità. Siamo però lontani anni luce dagli stupri di massa riferiti nelle ore successive alla manifestazione riminese. E decenza vorrebbe che chi in quell’occasione ha esasperato i toni, gonfiando a piacimento fatti che, se gravi, son comunque stati infinitesimali rispetto alla globalità dell’evento, facesse finalmente una cosa giusta. Come? Chiedendo scusa agli Alpini. Ed evitando, in futuro, toni enfatici funzionali solo a mistificare la realtà.

Fonte: Giuliano GUZZO | IlTimone.org

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