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Cina, il regime comunista ordina di bruciare «i libri religiosi»

L’iniziativa lanciata dal partito comunista a ottobre è stata subito eseguita dalla biblioteca della contea di Zhenyuan (Gansu). «Stiamo tornando alla Rivoluzione Culturale»

La biblioteca della contea di Zhenyuan, nella città di Qingyang, provincia di Gansu, in Cina, ha bruciato pubblicamente con il benestare del ministero dell’Educazione 65 libri «religiosi e illegali» rintracciati nel proprio archivio.

«DA QUANDO BRUCIAMO I LIBRI RELIGIOSI?»

Il rogo pubblico è avvenuto il 22 ottobre ed è la stessa biblioteca diretta dal ministero della Cultura che ne ha dato notizia. Questa è stata poi prontamente cancellata dopo che molti utenti su Twitter hanno criticato la decisione tacciandola di «ritorno alla Rivoluzione Culturale». Altri utenti hanno invece paragonato il regime comunista a quello nazista, come riportato anche da alcuni media locali.

«Da quando le pubblicazioni religiose devono essere censite e rapidamente distrutte?», si sono chiesti altri cinesi citando le motivazioni date dalla biblioteca. L’ordine è arrivato direttamente dal ministero dell’Educazione, che a ottobre ha imposto a tutte le scuole primarie e secondarie della Cina di fare un inventario dei libri e di sbarazzarsi di quelli «illegali».

LA NUOVA RIVOLUZIONE CULTURALE

Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976), nel nome della lotta ai “quattro vecchiumi” lanciata da Mao Zedong, le Guardie Rosse bruciarono non solo templi buddisti e confuciani, chiese e moschee, ma anche le biblioteche. Ad esempio, su 6.843 siti storici a Pechino, 4.922 furono distrutti. Centinaia di reperti storici, libri antichi, dipinti e altre perle culturali di inestimabile valore vennero dati alle fiamme.

Oggi il regime cinese di Xi Jinping ha lanciato un nuovo anatema, questa volta contro tutto ciò che potrebbe «deviare» dall’ideologia veicolata dal Partito comunista. Non a caso, nello striscione appeso per l’occasione del rogo all’entrata della biblioteca, come si vede nella foto, si legge: «Affrontare i temi dell’educazione e promuovere lo sviluppo completo e rigoroso del Partito».

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