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«Newman ha guarito me e la bambina che portavo in grembo»

Melissa Villalobos racconta come il cardinale che sarà proclamato santo il 13 ottobre l’ha guarita: «Ho detto: “Per favore, Newman, ferma il sangue”. E si è fermato»

John Henry Newman sarà proclamato santo il 13 ottobre e il secondo miracolo richiesto per la canonizzazione riguarda una madre 42enne di sette figli di Chicago. L’intervento miracoloso del cardinale morto nel 1890 ha salvato la vita a Melissa Villalobos e alla bambina che portava in grembo nel 2013.

Villalobos ha rilasciato un’intervista a Chicago Catholic spiegando di aver sentito per la prima volta parlare del cardinale sull’emittente Ewtn nel 2000. Una decina d’anni dopo, nel 2011, «mio marito portò a casa un paio di santini del cardinale: ne ho messo uno in sala e uno nella mia camera da letto, cominciando a pregarlo ogni volta che la mia famiglia aveva qualche bisogno. Ho così cominciato a sviluppare un dialogo costante con lui».

LA GRAVIDANZA A RISCHIO

Le preghiere hanno avuto un effetto miracoloso nel 2013. All’epoca Villalobos aveva già quattro figli (di 1, 3, 5 e 6 anni) e dopo un aborto spontaneo era incinta del quinto. Durante il primo trimestre di gravidanza la donna cominciò a sanguinare e dopo una crisi acuta, venerdì 10 maggio, il medico «disse che avevo un distacco parziale della placenta, un foro dal quale fuoriusciva il sangue». Villalobos sviluppò anche un ematoma sottocorionico nella membrana fetale, grande oltre due volte la bambina.

Il dottore consigliò riposo assoluto a letto da maggio fino a gennaio, quando sarebbe dovuto avvenire il parto, ma «poiché mio marito doveva lavorare e io dovevo occuparmi dei nostri quattro figli, seguire la sua direttiva era virtualmente impossibile». Villalobos passò il fino settimana a letto, senza che i sanguinamenti diminuissero.

LA CRISI E IL MIRACOLO

Lunedì 13 maggio il marito fu costretto a tornare al lavoro, dove gli fu comunicato che avrebbe dovuto partire per un viaggio obbligatorio due giorni dopo. Mercoledì mattina, 15 maggio, «mi sono svegliata in un lago di sangue», continua la donna, «e mio marito si trovava già su un aereo diretto ad Atlanta». Villalobos decise di non chiamare subito l’ambulanza perché non sapeva a chi lasciare i suoi quattro figli piccoli: «Nel mio cuore sapevo di non avere molte opzioni, così ho fatto del mio meglio».

La donna preparò la colazione ai figli, si raccomandò con loro di non scendere dalla sedia per nessun motivo al mondo («sapevo che se si fossero fatti male non sarei stata in grado di accudirli») e tornò al piano di sopra in camera da letto. Appena entrata in bagno collassò al suolo «perché avevo appena salito le scale, cosa che non avrei dovuto fare, e l’emorragia stava peggiorando».

Stesa sul pavimento, Villalobos pensò di chiamare l’ambulanza ma non aveva con sé il cellulare. Pensò di raccogliere tutte le sue forze e gridare per chiamare i figli, ma temeva che lo sforzo avrebbe peggiorato le cose. Sperò all’inizio che qualcuno dei suoi bambini sarebbe salito a cercarla, ma non avvenne. Inoltre non sentiva alcun rumore provenire dal piano di sotto e cominciò a preoccuparsi che fosse successo qualcosa.

«PER FAVORE, NEWMAN, FERMA IL SANGUE»

Terrorizzata per i figli , per la bambina che portava in grembo e avendo paura di morire, pregò il beato Newman: «Dissi queste esatte parole: “Per favore, cardinale Newman, ferma le perdite di sangue”. Non appena ho terminato la frase, i sanguinamenti si sono bloccati. Mi sono alzata in piedi e ho detto: “Grazie, cardinal Newman, grazie”. E subito dopo ho sentito un intenso profumo di rose pervadere il bagno, il più forte che abbia mai sentito». Inalò profondamente per qualche istante, poi il profumo svanì e Villalobos disse: «Cardinal Newman, mai sei stato tu a creare questo profumo? Grazie». E subito dopo arrivò una seconda ondata di profumo, così «capii che era stato lui».

«OH MIO DIO, SIAMO TUTTI OK!»

La donna comprese istintivamente in quel momento che stava bene e che anche la sua bambina stava bene. Scese le scale di corsa per controllare i figli e vide che non si erano mai mossi dalle sedie. «In quel momento ho pensato: “Oh mio Dio! Il mio bambino è ok, io sono ok, i miei quattro figli sono ok, siamo tutti ok!”. E ho detto: “Grazie cardinal Newman”». In quel momento, sentì per la terza volta il profumo di rose.

Quella stessa settimana Villalobos andò dal medico per un’ecografia, che confermò il miracolo: «È tutto perfetto». Non c’era più distaccamento della placenta. La piccola Gemma nacque il 27 dicembre 2013 perfettamente sana, senza problemi medici e con un peso di 3,9 chili. Dopo la nascita, la donna informò i responsabili della causa di canonizzazione del cardinale Newman, che hanno riconosciuto il miracolo dopo anni di indagini indipendenti.

«ORA VOGLIO SERVIRE DIO PIÙ CHE POSSO»

Il miracolo non ha solo salvato la vita alla piccola Gemma e a Melissa Villalobos, le ha cambiato anche la vita:

«Mi sento piena di gioia e di gratitudine, ma voglio anche essere sicura di servire Dio nella mia vita più che posso, sapendo che mi ha guarita. Non voglio sprecare la mia vita. Voglio servire gli altri e i miei bambini e mio marito e voglio comunicare il mio amore per loro e per tutte le persone nella mia vita più che posso e più spesso che posso. Sono stata guarita grazie all’intercessione di Newman così che potessi proseguire la mia vita ordinaria, se questa è la Sua volontà, ma allo stesso tempo voglio essere completamente devota a lui e specialmente a Dio stesso e alla nostra Chiesa».

Fonte: Leone GROTTI | Tempi.it

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